Domenica 5 novembre, è stato ricordato il 40° anniversario della morte del servo di Dio Giorgio La Pira, molto legato alla nostra città dove venne diverse volte: in particolare nel 1933 al convegno catechistico delle diocesi siculo-orientali organizzato dalla GIAC di Nicola Cavallaro, Salvatore Papale, Mario Petroncelli, nel 1936 ospite dei Salesiani di Catania e di Pedara per tre mesi, della nipote Lina Angelino suora figlia di Maria Ausiliatrice, nella campagna elettorale del 1948 (fu eletto deputato democristiano nella circoscrizione della Sicilia Orientale), il 7 settembre 1959 per una conferenza del Congresso Eucaristico Nazionale. Particolarmente commovente la celebrazione nella chiesa parrocchiale salesiana “Santa Maria de la Salette” dove il sacerdote salesiano, don Rodolfo Di Mauro, decano dei Salesiani di Sicilia, ha guidato la preghiera per la beatificazione del prof. La Pira, da lui, ragazzo-aspirante nel Collegio salesiano “San Giuseppe” di Pedara (dove ieri è stato ricordato da un altro testimone, don Giuseppe Dolcimascolo), conosciuto per tre mesi nella quaresima-primavera del 1936. Un altro momento toccante è stata la s. messa celebrata nella chiesa “San Domenico” dal priore dell’attiguo convento dei Frati Predicatori, padre Giuseppe Damigella, nel ricordo del confratello laico terziario domenicano fra’ Raimondo, al secolo Giorgio La Pira, che per tanti anni visse nel convento “San Marco” di Firenze nella cella del Beato Angelico e nella cui chiesa è sepolto.
Come illustra una rarissima fotografia (in alto) del 1936 (con La Pira seduto in seconda fila, terzo da destra con i superiori e gli allievi ragazzi e giovani) scattata nella Casa “San Francesco di Sales”, in Cibali, diretta da quel “maestro di vita” che è stato don Paolo Scelsi II e sede anche dell’Ispettoria sicula “San Paolo”, allora retta da don Renato Ziggiotti, futuro rettor maggiore, nell’Istituto di via Cifali in quell’epoca operavano eccellenti padri salesiani educatori come don Antonino Rasà, don Domenico Ercolini, don Lorenzo Boggio Lera, don Vittorino Lo Giudice, don Calogero Virzì, ecc..
Il futuro <sindaco santo>, giovanissimo vincitore di cattedra di Diritto Romano nell’Università di Firenze, aveva conosciuto in Sicilia il sacerdote don Luigi Ricceri nativo di Mineo, anch’egli futuro rettor maggiore, in occasione di ritiri e convegni di studio dei giovani di Azione Cattolica. Durante un corso di spiritualità da lui condotto – avrebbe testimoniato in seguito don Ricceri- “La Pira ebbe un collasso con conseguente esaurimento depressivo. I medici ordinarono assoluto riposo in luogo tranquillo. Dati i rapporti di amicizia, gli proposi di trascorrere quel periodo in una nostra casa tuffata tra il verde riposante dei castagni e dei vigneti, a Pedara sulle pendici dell’Etna. Accettò. Senza alcuna difficoltà si sistemò subito come un fraticello nella comunità, accolto dal direttore don Domenico Andronico”.
Rarissima ed inedita foto del 1936 scattata nell’Istituto San Francesco di Sales in Cibali
LA CITTADINA NATALE DI POZZALLO RICORDA IL PIU’ ILLUSTRE DEI SUOI FIGLI
Il servo di Dio Giorgio la Pira è stato commemorato nella matrice di Pozzallo la sera di sabato 4 novembre con una veglia di preghiera durante la quale è stato trasmesso un messaggio di Papa Francesco sulla pace, con la partecipazione di cristiani, ebrei e musulmani affratellati nel ricordo del profeta di pace tra i popoli del Mediterraneo e del mondo intero.
Nei giorni scorsi un busto del prof. La Pira è stato donato dal Lions club di Modica al Comune di Pozzallo in occasione sia del centenario della fondazione del Lions che dei 113 anni dalla nascita del servo di Dio. Alla cerimonia della svelatura del busto, tenutasi al Municipio, hanno partecipato le autorità civili e militari e il governatore del distretto Lions club Sicilia, Vincenzo Spata. Il sindaco Luigi Ammatuna ha accolto di buon grado l’iniziativa del Club di Modica, presieduto da Giuseppe Azzaro, di predisporre il busto composto dall’artista pozzallese Carmelo Lorefice e sistemato nella scala principale del palazzo di città che porta il nome dell’illustre ed indimenticabile concittadino. Azzaro ha evidenziato che i Lions hanno promosso l’intitolazione di statue a persone benemerite, come La Pira, che in vita hanno interpretato lo spirito di servizio dei Lions con l’impegno verso chi ha bisogno. Spata ha ricordato il percorso di vita del “sindaco-santo”.
Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha assicurato la sua presenza a Pozzallo per le manifestazioni celebrative programmate dal 24 al 26 novembre, a motivo delle elezioni regionali del 5 novembre. Il ciclo di manifestazioni lapiriane a Pozzallo ha avuto inizio il 10 ottobre per “riscoprire le intuizioni di La Pira” grazie all’Associazione per la gioventù Giorgio la Pira, dal Club per l’Unesco di Pozzallo in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Giuseppe Rogasi dove si è svolto un incontro sul tema “Per una società a misura d’uomo: dal Codice di Malines al Codice di Camaldoli e alla Costituzione della Repubblica Italiana”, la cui relazione è stata tenuta dal prof. Giuseppe Speciale dell’Università di Catania.
Il 25 novembre sarà presentata, tra le tante manifestazioni in programma con la partecipazione dei giovani, una targa commemorativa raffigurante Giorgio La Pira con una sua nota frase da installare nei pressi del porto, da anni luogo di sbarco di migliaia di migranti provenienti dalle vicine coste africane del Canale di Sicilia.
RICORDO DI LA PIRA A FIRENZE
Domenica 5 novembre, nella basilica fiorentina “San Marco Evangelista” annessa all’omonimo convento dei frati Predicatori l’arcivescovo metropolita cardinale Betori ha presieduto una solenne concelebrazione eucaristica e ha guidato la preghiera comunitaria davanti alla tomba del servo di Dio Giorgio La Pira, il “sindaco-santo”, morto a Firenze a 73 anni, che credeva nell’unità dei cristiani, un’unità che è il segno, lo strumento e la condizione dell’unità del mondo. Il messaggio di La Pira riveste una grande attualità nel nostro tempo: “se la Chiesa si unifica, il mondo si pacifica e si unifica”. Certo è, ha detto il porporato, che “al di fuori della sua esperienza di fede non è possibile comprendere il suo impegno politico, religioso e sociale”, perché partendo dall’esperienza della contemplazione e dell’azione, “fin dal 1951, egli accettò di fare il sindaco di Firenze, perché mediante questo “potere” avrebbe reso un <servizio> alla città, uno strumento a servizio del bene comune, per essere più vicino alle necessità della popolazione, della persona umana, in quanto per lui è chiaro che il potere ha per fine il bene comune della persona”.
A 10 anni dalla chiusura del processo diocesano la causa di beatificazione ha raggiunto una fase importante: è stata completata la <positio> ma non si può sapere ancora quando potrà essere conclusa la causa: si prega Dio perché riconosca le virtù eroiche e la santità di La Pira, ancora non si può pregare lui. Alla messa ha partecipato il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che ha ricordato il suo illustre predecessore: saggio uomo, grande sindaco che cambiò Firenze. Anche il segretario del PD, Matteo Renzi, che si laureò in Giurisprudenza con una tesi su di lui, in un’intervista ha detto che con La Pira “non c’è paragone. Lui santo lo era davvero, io rottamatore non so fino a che punto lo sono stato sino in fondo. Il paragone è improponibile”. Mario Primicerio, presidente della Fondazione La Pira, ha affermato che “sarebbe bello che il processo di beatificazione si concludesse fino a che è ancora viva la memoria. Ci farebbe particolarmente piacere che il decreto che riconosce La Pira come Venerabile fosse firmato da Papa Francesco, in cui vediamo una particolare consonanza con il messaggio di La Pira”. A Firenze e in Vaticano sino al 14 dicembre sono in programma altre celebrazioni per il 40° della morte.
Antonino Blandini