Il S. Girolamo nello studio, uno dei capolavori più enigmatici e geniali di Antonello da Messina, sarebbe un omaggio al grande teologo, filosofo e umanista tedesco Nicola Cusano, figura di riferimento culturale del Quattrocento italiano ed europeo, noto come il teorico della “dotta ignoranza”. Ad esporre questa tesi – già ipotizzata negli anni’ 80 dallo studioso inglese Ridderbors – è lo studioso messinese Carmelo Micalizzi nel suo libro, edito da Di Nicolò di Messina, dal titolo “San Girolamo nello specchio. Riflessioni su Antonello De Antonio”. Micalizzi ha esposto le sue originali tesi nell’ambito del “Dies natalis di Antonello” promosso dall’ Associazione culturale “Antonello da Messina” di Roma presieduta da Gioacchino Toldonato – tenutasi nel salone della Chiesa S. Maria Odigitria dei Siciliani. Micalizzi ha annunciato in anteprima anche alcune scoperte relative “all’Annunciazione” antonelliana di Palazzolo Acreide, al centro di un prossimo studio.
Nel saggio sul S. Girolamo, riccamente illustrato, lo studioso peloritano mette in evidenza i vari aspetti dell’originale ricerca effettuata sul capolavoro antonelliano, che si basa sul linguaggio simbolico, allegorico e sulla “scrittura speculare”. Lo studioso espone anche alcuni risultati delle sue ricerche analitiche sul dipinto- già esposte in anteprima sulla “Gazzetta del Sud”- tra cui la scritta individuata in tre “mattonelle” del pavimento che indicherebbe la data di realizzazione, “XI 1474”, e due scritte (ANTN e MISS) che in un affascinante gioco di specchi, mostrano una sorta di “carteggio segreto”, ponendo il “S. Girolamo” – come evidenziato anche dallo storico dell’arte Bologna nel catalogo della mostra antonelliano di Rovereto – come un’opera eseguita nella città dello Stretto prima del suo sbarco a Venezia, dove Antonello si affermò come caposcuola.
Micalizzi ha individuato in una piastrella del pavimento la scritta riferibile a C. Sualocin (che nella lettura speculare porterebbe proprio a “Nicolaus C”, Nicola Cusano), riferimento diretto al grande teologo tedesco: a conferma di questa tesi, l’autore mostra la similitudine dei lineamenti del viso del “S. Girolamo” antonelliano con il volto del filosofo riportato nel cenotafio di Niccolò Cusano realizzato da Andrea Bregno nella chiesa di S. Pietro in Vincoli di Roma, insieme al ritratto dell’ecclesiastico presente nel “Trittico della Crocifissione” del Maestro della Vite della Vergine nella cappella, del S. Nikolaus Hospital di Bernkastel-Kues.
Un altro elemento che riporterebbe a Cusano è l’effige del gambero (o aragosta) inscritta in una sorta di piccolo stemma, che lo studioso ha identificato in una mattonella del dipinto posta sopra il bacile aureo: il cardinale Nicola Krebs (Cusanus), era detto de Cusa, da Kues, nome “etnico” riferibile alla città della Renania, che nel 1460 aveva sostituito il primitivo cognome della famiglia Krebs von Kues: “krebs” in lingua germanica significa proprio “gambero”. Altro punto che riporterebbe al grande umanista – le cui opere sono state recentemente pubblicate nell’antologia della Bompiani curata da Enrico Peroli – è la “scala neoplatonica della conoscenza”, identificabile ai piedi della pedana, dove s’eleva la figura del cardinale: una scala di legno composta da quattro “bizzarri” scalini, il cui il primo sembra avere una distanza tripla dal secondo rispetto a quella tra il terzo gradino e la pedana. Fu proprio Cusano, nel De coniecturis del 1442, a fare riferimento alla “scala dei quattro gradini”, relativi ai quattro livelli della conoscenza platonica.
Per completare questa sua tesi, che apre sicuramente nuovi frontiere per i biografi antonelliani e per gli studiosi di storia dell’arte, Micalizzi ipotizza che il sommo pittore messinese, che il Vasari pone a Roma durante la sua formazione artistica, abbia potuto incontrare Cusano presumibilmente nello stesso periodo in cui Piero della Francesca – artista che secondo il Longhi influenzò Antonello – si trovava nella città eterna per affrescare la “Camera di Santità di Nostro Signore”: opera che aveva come referente proprio il “nostro” Cusano-S.Girolamo.
Cusano e la “dotta ignoranza”
Cardinale filosofo, umanista, giurista e diplomatico originario di Kues, Niccolò Cusano (1401-64), fu il teorico della “dotta ignoranza” (che dimostra l’imperfezione umana e l’incapacità di conoscenza assoluta davanti a Dio) e promotore della tolleranza in ogni campo sociale, religioso e culturale; fu autore di scritti pioneristici di cosmologia, epistemologia, astronomia, matematica (la “quadratura del cerchio”), politologia, con tesi che hanno aperto la strada a molteplici filoni di pensiero moderni.
Sergio Di Giacomo