E’ stata, quella del 2° Cammino regionale delle Confraternite di Sicilia, un’esperienza di Chiesa riuscita sotto ogni punto di vista. Quattromila confrati e consorelle partecipanti all’incontro da ogni parte della Sicilia, con la diocesi di Catania rappresentata dalle confraternite cittadine di S. Agata Le Sciare, di San Giovanni Battista, di San Cristoforo, di San Sebastiano e quelle, dell’hinterland etneo, di Nicolosi (di Sant’Antonio Abate e del SS. Sacramento) e di Tremestieri Etneo, la Confraternita del SS. Sacramento che per l’occasione per la prima volta ha portato, nel Cammino, il nuovo stendardo confraternale.
Il tema dell’incontro, pienamente inserito nell’anno del Sinodo dei vescovi sui giovani, “Confraternite con i giovani per educare a conservare la religiosità popolare esercitando la carità”, è stato ripetutamente sottolineato nel corso della due giorni, a cominciare dal vescovo di Mazara del Vallo, mons. Domenico Mogavero che ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica conclusiva nella Chiesa Madre di Marsala, dal presidente nazionale della Confederazione delle Diocesi d’Italia dott. Francesco Antonetti e, con un’apprezzatissima e dotta riflessione nel convegno di apertura del cammino, nella Chiesa del Purgatorio ora adibita ad auditorium, dal giovane docente ordinario di teologia fondamentale presso la Pontificia Facoltà Teologica “San Giovanni Evangelista” di Sicilia don Vito Impellizzeri.
Con due proposte concrete finali, da portare a casa come impegno per il prossimo futuro: quella di insistere in un progetto di formazione spirituale per i tutti i confrati, con particolare attenzione ai “portatori di santi”, perché le confraternite sono “terra di confine” tra la Chiesa, le gerarchie ecclesiali e il popolo e la “pietà popolare” come “forza evangelizzatrice” da valorizzare; e quella di lavorare, all’interno delle Confraternite, per il bene comune con segni concreti di carità verso i più poveri, e privilegiando il genio femminile. “Un Chiesa minoritaria se necessario, ma solo se lo vogliamo”, ha affermato mons. Mogavero, “che deve indossare gli abiti della misericordia, il grembiule del servizio, una Chiesa amica degli uomini, di tutti gli uomini”.
Il Cammino ha avuto anche momenti culturali significativi, come l’allestimento di una mostra presso Palazzo Fici sugli abiti confraternali, espressione di forme e simboli di una tradizione millenaria; e anche quelli di svago, con il concerto musicale organizzato in pieno centro storico, con il supporto del Comune di Marsala, che ha visto la partecipazione de “I tre tenorini” (Peppe Colla, Tony Lo Faso e Salvatore Parrinello) e il “Sound & Voices Gospel Choir”. Il momento processionale – il Cammino vero e proprio – è stato particolarmente seguito, con preghiere durante tutto il percorso, anche per la solenne partecipazione del tronetto con il prezioso ostensorio in cui è conservata la miracolosa statuetta (di appena 18 cm) della Madonna della Cava, patrona di Marsala, e si è concluso, dopo aver attraversato la storica Porta Garibaldi, nella bella Chiesa Madre dedicata a san Tommaso di Canterbury.
L’annuncio per il prossimo Cammino regionale di Sicilia è stato dato al termine della celebrazione eucaristica dallo stesso presidente nazionale della Confederazione: e sarà la città di Nicolosi per la diocesi di Catania, a ospitare i confrati nel 2020; per il 2019 sarà invece la città di Matera ad ospitare il prossimo appuntamento del Cammino nazionale. Degno di una visita nella città di Marsala, la quinta città dell’isola per abitanti e famosa per il suo celebre liquore “Marsala”, il Monumento ai Mille, dedicato ai caduti garibaldini, a ricordo dello storico sbarco l’11 maggio 1860.
Vincenzo Caruso