“La presentazione della nuova stagione del Teatro Stabile ha un valore nuovo, un intento chiaro: è la nostra risposta a questa crisi mai vista, è la nostra certezza che creatività e coraggio siano fondamentali per andare avanti, per non arretrare, per non arrendersi”. I vertici del Teatro Stabile di Catania con la conferenza stampa di stamattina, hanno riaperto finalmente le porte del “Verga” alla città, con una nuova Stagione che non a caso si chiama Energie, “perché di molta energia abbiamo bisogno per procedere come funamboli nella tempesta, ma al tempo stesso è energia quella che vogliamo trasmettere al pubblico”.
Alla conferenza stampa presenti l’assessore regionale allo Spettacolo Manlio Messina e quello comunale alla Cultura Barbara Mirabella, in sala anche l’on. Claudio Fava, il regista Guglielmo Ferro e numerosi attori, registi, autori inseriti nella nuova programmazione dell’ente teatrale catanese.
Il presidente Carlo Saggio, il suo vice Lina Scalisi e il direttore Laura Sicignano hanno ribadito che occorre legare a questo cartellone il senso di una doppia ripartenza dopo un doppio ostacolo: “Nel 2020 si sarebbe visto pienamente il progetto del nuovo TSC, ma in parte il Covid19 lo ha oscurato, sorprendendo il nostro teatro nel momento in cui si stava rialzando dalla drammatica battuta d’arresto del sovraindebitamento. La nostra determinazione è stata quella di continuare a lavorare ugualmente, ogni giorno di tutti questi mesi, e ancor più incisivamente nel segno della discontinuità, di forme e di contenuti, rispetto a quanto avvenuto nel 2016”.
“Ora il TSC si cimenta in una stagione che vuole scavalcare le montagne, come fa la perseveranza dell’artista. – ha dichiarato il direttore del Teatro Laura Sicignano –Nonostante la miseria, nonostante la peste, nonostante la guerra, il teatro si è sempre fatto e voglio pensare che sempre si farà. Perché c’è sempre qualcuno che sente il bisogno di raccontare una storia ad un altro che sente il bisogno di ascoltarla. Se dovremo ancora per un po’ recitare distanti, trasformeremo una necessità sanitaria in un dispositivo poetico. Se dovremo lavorare in digitale, sperimenteremo nuovi linguaggi espressivi. Ci accingiamo a riaprire le porte del Verga con l’incertezza del futuro, la consapevolezza più acuta della nostra fragilità, un senso più solido di responsabilità verso il pubblico, a cui è dedicato il nostro lavoro. Il teatro è morto? È moribondo? È sopravvissuto lungo duemila anni. Per sopravvivere bisogna passare attraverso profonde mutazioni: Dioniso, il dio del teatro, è anche il dio delle metamorfosi”.
La struttura stessa della Stagione asseconda questo processo di metamorfosi, con una suddivisione in due parti. Da ottobre a dicembre ci saranno spettacoli più agili, per una più facile convivenza con la capienza ridotta del teatro e per incoraggiare il recupero da parte del pubblico degli spettacoli perduti in primavera: si comincerà con Tina&Alfonsina di Claudio Fava che aprirà il 3 novembre e Le 5 rose di Jennifer con Daniele Russo che arriverà a dicembre.
Da gennaio a maggio sarà ripristinata la tradizionale proposta in abbonamento, con il recupero de La Gioia di e con Pippo Delbono (originariamente previsto lo scorso marzo) e molti significativi filoni che attraverseranno il cartellone: molte icone femminili, come Iréne Nèmirovsky con Jezabel, nell’interpretazione di Elena Ghiaurov e Frida Khalo, nel Viva la vida di Pamela Villoresi. Tanti riferimenti al cinema, come con La pazza di Chaillot qui interpretata da Manuela Mandracchia e La grande abbuffata diretta da Michele Sinisi e uno zoccolo duro di grandi classici, come La favola del principe Amleto prodotta dal Teatro nazionale di Genova e La notte dell’Innominato con Eros Pagni.
Una particolare attenzione merita lo sforzo compiuto anche quest’anno dal TSC nell’ambito delle produzioni. Oltre a Tina&Alfonsina, dal 12 gennaio andrà in scena Baccanti diretto da Laura Sicignano con dieci straordinari interpreti tra cui Vincenzo Pirrotta, che prosegue il cammino iniziato con Antigone dedicato al tema femminile come elemento di eversione nella tragedia classica, ma nel corso della Stagione ci saranno anche altre tre prestigiose co-produzioni: Diplomazia, con Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, in co-produzione con il Teatro dell’Elfo e Lac Lugano; Servo di scena, in collaborazione con Gitiesse artisti riuniti, diretto da Guglielmo Ferro nell’ambito delle celebrazioni per il centenario di Turi Ferro e Il filo di Mezzogiorno, omaggio a Goliarda Sapienza con Donatella Finocchiaro, realizzato insieme ai teatri nazionali di Torino, Roma, Napoli.
Tra i fuori abbonamento e i laboratori, l’autunno sarà segnato anche da un progetto dedicato alla nuova drammaturgia siciliana, che per una parte si intreccerà ai nuovi linguaggi digitali, con video-spettacoli sui canali YouTube e Vimeo del TSC: “Una sperimentazione che prosegue – ha spiegato Laura Sicignano – sulla scia di questi difficilissimi mesi: sin dal momento in cui sono state chiuse le porte di tutti i teatri, abbiamo lavorato senza soluzione di continuità, estate compresa, per salvaguardare il lavoro del personale e degli attori e soprattutto il nostro rapporto col pubblico”.
L’11 ottobre alle 19.30 al “Verga”, fuori abbonamento andrà in scena “L’oro dei Napoli”, autodramma di Famiglia, drammaturgia di Salvatore Zinna e Alessandro Napoli, regia di Elio Gimbo, con Fiorenzo Napoli, Davide Napoli, Dario Napoli, Marco Napoli, Agnese Torrisi, Anna Napoli,
Giuseppe Napoli, Alessandro Napoli, Ginevra Napoli, Rosario Napoli, Carlo Napoli, Italo Napoli. Produzione Teatro Stabile di Catania.