Catania News

Sono più di tremila gli interventi nel 2015 dei Volontari dell’Unità di Strada del Comitato di Catania di Croce Rossa Italiana in aiuto delle persone senza fissa dimora e al di sotto della soglia di povertà.  Dati registrati dalla Cri di Catania da cui emerge che il popolo invisibile e silenzioso della Città dell’Elefante negli ultimi quattro anni è terribilmente aumentato. Un popolo costituito da italiani e migranti alle prese con crisi economica, perdita del lavoro, gioco d’azzardo, difficoltà familiari.

Ed oggi, all’interno della tensostruttura allestita nel cuore di Catania, in piazza Università, cento tra clochard e bisognosi hanno ricevuto un pasto caldo dai volontari Cri e sono stati intrattenuti con uno spettacolo di magia e un momento di karaoke. Al tempo stesso i volontari etnei hanno effettuato una raccolta di sangue, con quattordici sacche donate al SIMT dell’ospedale Vittorio Emanuele dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Policlinico-Vittorio Emanuele” di Catania.

L’iniziativa, denominata “Il Pasto della Solidarietà”, è stata organizzata da Croce Rossa Italiana e Land Rover Italia con il supporto di alcuni benefattori catanesi, a due anni esatti dall’avvio del progetto “Le Strade della Solidarietà”, mirato a sostenere i più bisognosi nei contesti metropolitani. Un evento che non si è svolto solo a Catania. Sono state, infatti, ben 24 le città italiane, da nord a sud, in cui 600 volontari di Croce Rossa Italiana hanno offerto 3 mila pasti e, soprattutto, conforto a persone senza fissa dimora.

“Il ‘Pasto della Solidarietà’ rappresenta un momento visibile di un percorso di assistenza e attenzione, silenzioso e discreto, che i nostri Volontari dell’Unità di Strada rivolgono, da diversi anni, ai clochard della nostra città – ha spiegato Stefano Principato, presidente della Croce Rossa di Catania – un impegno costante che ha permesso a Croce Rossa di entrare in contatto con una vulnerabilità nascosta e purtroppo in crescita, di comprenderne i bisogni e le necessità di coloro che si ritrovano a vivere ai margini della società”.

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