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Tentare di rivoluzionare il sistema del trasporto pubblico offrendo il rimborso del biglietto in caso di ritardi superiori ai trenta minuti sembra una sorta di palliativo, ovvero una  terapia che si limita a combattere provvisoriamente i sintomi di una malattia grave come in effetti risulta quella dei servizi pubblici locali, in particolare nel nostro beneamato ma trascurato Mezzogiorno.

Il timore è quello che non sia sufficiente il rimborso per combattere il negativo e malsano fenomeno dei portoghesi, coloro che viaggiano regolarmente senza pagare il biglietto, per i quali scatterà una sanzione pecuniaria fino a 200 euro, grazie alla carenza di controlli dovuta al personale insufficiente delle varie aziende di trasporto che ogni anno segnano bilanci in rosso in quasi tutte le città della Penisola.

Seconda perplessità è quella legata al “metodico” ritardo con il quale viaggiano i nostri bus cittadini, ma anche quelli extra urbani, i treni, dai locali ai regionali, in genere tutto il trasporto pubblico, condizionato da una rete stradale obsoleta, regolarmente intasata dal flusso veicolare di coloro che, vuoi per pigrizia congenita, ma anche per incertezza sull’ora di arrivo a destinazione, si vedono costretti ad utilizzare il proprio mezzo nonostante le difficoltà legate anche al parcheggio.

La novità prevede appunto il rimborso per i biglietti dei bus in caso di ritardi superiori ai 60 minuti, ma anche pesanti multe per i viaggiatori che saranno sorpresi senza biglietto. La norma “rivoluzionaria” è contenuta nella bozza del Testo Unico sul servizio pubblico locale, attuativo della riforma della Pubblica Amministrazione voluta dal ministro Marianna Madia.

Naturalmente il diritto al rimborso non è contemplato in caso di scioperi o problemi alla circolazione derivanti da calamità naturali o altri eventi imprevedibili, in pratica molto spesso!!!

 I controlli saranno eseguiti da personale che potrà avvalersi della qualifica di “pubblico ufficiale”. Nei primi 3 anni di attuazione della normativa è prevista anche la possibilità di utilizzare personale del Ministero degli Interni su specifica richiesta delle aziende di trasporto che dovranno sostenerne gli stipendi, sarà lecito anche l’uso di telecamere di videosorveglianza a bordo degli automezzi o alle pensiline, nel rispetto della legge sulla privacy!!!! ma con forti dubbi su chi dovrà poi investigare per rintracciare i “furbetti”.

Contrastanti i giudizi espressi, favorevolmente da parte dell’Asstra, l’associazione delle imprese del servizio pubblico locale, che ha quantificato in circa 500 milioni di euro l’anno la cifra persa dalle aziende di trasporto in Italia a causa di viaggiatori senza biglietto, negative le critiche da parte delle associazioni di consumatori come il Codacons, che ha chiesto priorità alla risoluzione dei disservizi giornalieri ai quali sono costretti gli utenti del trasporto pubblico locale.

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