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La denuncia arriva dalle sigle Confcommercio e Confesercenti Catania, Cidec e Cna Federmoda e riguarda l’utilizzo della Villa Bellini o meglio dell’uso di “due pesi e due misure” per la concessione del Giardino catanese. Secondo le sigle nominate prima, la manifestazione contestata è quella del Pop Up Market del 14 e 15 maggio che sarebbe stata”agevolata” da una procedura anomala della concessione del suolo pubblico. Le associazioni a tal proposito hanno inviato una lettera al sindaco Enzo Bianco che pubblichiamo per intero.

“Si apprende che codesta amministrazione – si legge nella lettera dei presidenti di Confcommercio Catania, Confesercenti Catania, Cidec Catania e Cna Federmod –avrebbe concesso l’utilizzo della villa Bellini per i giorni 14 e 15maggio alla associazione Pop Up Market per realizzazione di eventi – manifestazione culturale. Qualora la notizia risultasse rispondere a verità non possiamo non rassegnarLe la nostra sorpresa per il cambio di rotta dell’amministrazione, ma anche il nostro rammarico per il diverso trattamento riservato tra un soggetto ed un altro – scrivono in una nota i presidenti di sigle Confcommercio Catania, Confesercenti Catania, Cidec Catania e Cna Federmoda – La villa Bellini, infatti, è stata negata alle scriventi organizzazioni per la realizzazione di eventi pur avendo concesso ampie garanzie (polizza assicurativa / fideiussione – hostess – vigilanza diurna e notturna) con la motivazione che il sito non poteva essere concesso per la realizzazione di manifestazioni espositive”.

“Abbiamo rispettato gli obiettivi di questa scelta – continua la nota – pur non condividendo la superficialità con cui le proposte sono state valutate ed accantonate. Apprendere, oggi che la villa verrebbe concessa ad altro soggetto ci impone alcune riflessioni:  1) la manifestazione realizzata dal soggetto in questione è di natura prettamente commerciale. Gli espositori, infatti, effettuano transazioni commerciali di vari oggetti (anche non artistici dell’ingegno) e somministrazione di alimenti e bevande, come si evince espressamente dal provvedimento dirigenziale già emanato per evento simile già posto in essere dall’associazione sopra citata; 2) sfuggono i criteri oggettivi considerati dall’amministrazione, o dal dirigente, per l’assegnazione della villa Bellini e sfugge il soggetto che, eventualmente, abbia determinato detti criteri e secondo quali procedure; 3) sembra, invece, che i criteri di cui al punto 2) siano di natura soggettiva, ovvero riferiti forse alla “simpatia” del soggetto che organizza l’evento. Di certo abbiamo la sensazione che vengano utilizzati 2 pesi e 2 misure, che ci siano pregiudizi verso taluni” .

“Bisogna avere qualche carattere somatico particolare per avere la concessione della villa?  Nell’occasione non possiamo sottacere altre considerazioni riguardo le condizioni di assegnazione del suolo pubblico all’associazione Pop Up Market nei mesi passati. In primo luogo in ordine alla concessione gratuita del suolo pubblico. Preso atto del fatto che le manifestazioni organizzate si concretizzano essenzialmente nell’allestimento di banchetti per “esposizione e vendita di opere artigianali e di prodotti confezionati del settore alimentare (bibite e bevande analcoliche), come da provvedimento dirigenziale n°06/404 del 17 marzo 2016 che citiamo a titolo esemplificativo e non esaustivo, atteso che si tratta, quindi, di mere operazioni commerciali, non trova giustificazione la concessione del suolo pubblico a titolo gratuito”.

“Le determine dirigenziali se nel loro oggetto fanno riferimento a “manifestazione culturale” nel loro corpo specificano la natura commerciale dell’iniziativa per cui viene concesso il suolo pubblico gratuito, non specificando, invece, alcuna motivazione che giustifichi l’utilizzo gratuito del suolo pubblico. Si ravvisa, peraltro, anche un palese contrasto con la delibera del C.C. 24/2012 – regolamento canone occupazione suolo pubblico. Anche in questo caso, dobbiamo evidenziare che sono state adottati “due pesi e due misure” e riteniamo che detta procedura abbia determinato un danno erariale per l’amministrazione comunale che potrà interessare l’ambito di competenza dei revisori contabili e della stessa Corte dei Conti, anche alla luce del fatto che l’amministrazione ha dovuto garantire necessariamente alcuni servizi che determinato per l’ente costi (vigili urbani – transenne- pulizia straordinaria)”.

“Attesa la natura commerciale delle iniziative poste in essere si rileva, altresì, che è stata disattesa la procedura di cui alla l.r.18/95, compreso il mero o bieco scavalco della relativa commissione comunale, mentre viene da chiedere se codesta amministrazione abbia provveduto a verificare il possesso dei requisiti professionali in capo agli operatori che vendevano e somministravano alimenti e bevande; si specifica che tale requisito deve essere comunque posseduto indipendentemente dalla natura (commerciale o meno) della manifestazione. Per quanto detto, si invita la S.V. a voler garantire condizioni di legalità nel settore commercio e pari opportunità tra i diversi soggetti, a pretendere la revoca, in autotutela, degli atti illegittimi emanati”.

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