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“Il pronto soccorso del Vittorio Emanuele non può essere spostato al Policlinico universitario di via Santa Sofia se prima non verrà aperto anche quello previsto al San Marco”. Una richiesta chiara quella delle associazioni di Librino, che ieri mattina si sono riunite davanti al presidio ospedaliero di Librino la cui data di consegna ultima, dopo anni di rinvii, era prevista per giugno 2015. La struttura è quasi ultimata – mancherebbero alcune rifiniture ma soprattutto dei macchinari sanitari fondamentali -, ma il cantiere è chiuso a causa delle note vicende di mala gestione dei vertici dell’azienda appaltatrice Tecnis.

Nella foto rappresentanti di associazioni, scuole e parrocchie del quartiere

Nella foto rappresentanti di associazioni, scuole e parrocchie del quartiere

Ieri mattina i rappresentanti di associazioni, scuole e parrocchie del quartiere che hanno sottoscritto un documento-appello alle Istituzioni competenti per la repentina apertura del San Marco, si sono ritrovate insieme ai rappresentanti di Cgil e VI municipalità di Catania per ribadirne non solo l’importanza fondamentale nel quadro della sanità dell’intera costituenda città metropolitiana, ma che ulteriori rischi per la mancata apertura dell’unica struttura sanitaria con pronto soccorso di Catana Sud potrebbero venire dalle scelte effettuate dalla Regione con il dimensionamento degli ospedali deciso nel 2014. Un piano che prevede la chiusura del pronto soccorso del Vittorio Emanuele di Via Plebiscito, senza attendere l’apertura del San Marco.

“Quello dell’apertura del pronto soccorso – spiega Sara Fagone, responsabile Cgil periferie e portavoce delle associazioni del quartiere aderenti alla “Piattaforma per Librino” -, è il più urgente, ma è solo uno dei problemi. Abbiamo inviato un documento in merito ai vertici della Sanità nazionale e regionale, ma anche alle commissioni parlamentari e a tutti i deputati Ars: le nostre preoccupazioni riguardano l’organico del Vittorio Emanuele, che senza l’apertura dell’ospedale a Librino verrà trasferita al Policlinico universitario, causando ulteriori ritardi”. Il San Marco, anche se ultimato, potrebbe “restare una struttura vuota. Speriamo di avere l’appoggio istituzionale, a partire dal sindaco di Catania Enzo Bianco, per scongiurare questa possibilità. Abbiamo poco tempo”.

Il sindaco di Catania affronterà il tema del San Marco lunedì mattina a Palazzo degli Elefanti, in un incontro richiesto dai sindacati: di ieri la notizia che la Tecnis, azienda in amministrazione controllata, potrà proseguire i lavori al San Marco con 1,8 milioni di euro, somma che i giudici del tribunale di Catania non hanno disposto pignoramento a favore delle aziende creditrici. “La decisione del tribunale consentirà la ripresa dei lavori al San Marco, e prevediamo che questi vengano conclusi per fine anno”, spiega il segretario provinciale Cgil Giacomo Rota.

“Sulla vicenda Tecnis – prosegue Rota – bisogna essere chiari: i lavori non sono bloccati per via delle vicende giudiziarie, ma causate dai debiti per centinaia di milioni di euro accumulati dai vertici Tecnis. I lavori però andranno avanti, afferma Rota, che lunedì con il primo cittadino affronterà insieme agli altri rappresentanti sindacali anche il tema del numero adeguato di medici e reparti del nuovo ospedale a lavori ultimati. Abbiamo ricevuto garanzie dall’azienda ospedaliera universitaria policlinico Vittorio Emanuele che al San Marco il pronto soccorso si dovrà fare, in aggiunta a quello previsto al Policlinico universitario, chiudendo quello del Vittorio Emanuele: questa è una certezza. Chiederemo garanzie che quando questo verrà chiuso, la contemporanea apertura del San Marco avvenga con una pianta organica adeguata da subito” .

“Per avere una pianta organica adeguata al San Marco, – spiega in dettaglio Gaetano Agliozzo, della Funzione Pubblica Cgil – bisogna subito bandire i concorsi per le figure professionali, e contestualmente ottenere che le piante organiche del Vittorio Emanuele necessarie non vengano dirottate al Policlinico. Tutto questo dovrà avvenire entro il 2016, perché a quella data il trasferimento dell’organico dal Vittorio Emanuele si dovrà fare”.

“Noi sul tema avvieremo anche una raccolta firme – spiega la dirigente dell’istituto omnsicomprensivo Musco, Cristina Cascio che riguarderà anche il Comune di Misterbianco. Perchè lo spostamento del Pronto soccorso al Policlinico va a potenziare un’area della città a discapito di un territorio vastissimo, che comprende metà della città di Catania, spostandolo in una zona ancora più congestionata della Via Plebiscito, ovvero quella ricadente sul Tondo Gioeni”.

Presente insieme a una rappresentanza del consiglio della circoscrizione di Catania Sud anche il presidente della Vi municipalità Lorenzo Leone, che ha ribadito come “la battaglia per l’ospedale San Marco deve essere una battaglia vinta, come quella dell’istituto omnicomprensivo che ha portato la scuola superiore a Lbrino. Per questo serve a partecipazione di tutte le associazioni e realtà del territorio. E nei prossimi giorni mi farò promotore di una serie di incontri sul tema anche con le altre municipalità”.

Sottoscrivono (l’elenco è in continuo aggiornamento ed ora comprende anche associazioni che non erano presenti nella “Piattaforma per Librino”): CGIL, Funzione pubblica Cgil, Briganti rugby Librino, Campo San Teodoro Liberato, Librineria, ADICONSUM, Parrocchia Madonna del Divino Amore, SUNIA, Osservatorio socio-politico del Settimo Vicariato, Comitato Librino Attivo, Istituto omnicomprensivo Angelo Musco, Istituto comprensivo Dusmet, ANDIS Catania, Sclerosi multipla Sm@ll Onlus, VI municipalità di Catania, ADAS, Amici di Villa Fazio, Associazione Terreforti, Auser Librino, Cooperativa Amiconi, APIMIC, Lega delle Cooperative, Parrocchia Maria Ausiliatrice e San Domenico Savio, Hdueo sport & Animazione,  Talita Kum, Fondazione Ebbene.

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