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Mettete insieme un trio di giovani attori, ovvero un gruppo affiatato, eclettico e di assoluto talento, una location suggestiva ed evocativa, un testo – spettacolo intrigante, già collaudato, premiato e di grande impatto, duro, ma reale ed ecco che il successo e l’entusiasmo del pubblico sono assicurati. Lo spettacolo in questione è Io, mai niente con nessuno avevo fatto” di Joele Anastasi, messo in scena lo scorso mercoledì, nel Chiostro di Ponente del Monastero dei Benedettini di Catania, all’interno della rassegna “Nuovo Teatro”, organizzata dall’associazione Teatro della Città  e promosso dall’Università di Catania (Porte Aperte Unict 2016).

“Io, mai niente con nessuno avevo fatto” (premiato al San Diego International Fringe Festival, al Roma Fringe Festival, a Stazioni D’Emergenza V e al Festival Direction Under 30) è il primo spettacolo della compagnia “Vuccirìa Teatro”, nata nel 2013 da un’idea dei catanesi Joele Anastasi ed Enrico Sortino, un gruppo che è tra le migliori formazioni di teatro contemporaneo.

Lo spettacolo ai "Benedettini" di Catania

Lo spettacolo ai “Benedettini” di Catania

La pièce, con un allestimento accattivante in cui si privilegia la parola, il linguaggio del corpo dei tre interpreti (Federica Carruba Toscano, Joele Anastasi ed Enrico Sortino), in circa sessanta minuti, affronta tematiche quali la diversità, la violenza, la morte, il disagio e degrado sociale, il desiderio di fuga, la solitudine e quel sentimento ingenuo che deve fare i conti con brutalità ed istinto quasi bestiale.

Nello spazio suggestivo del Chiostro di Ponente del Monastero dei Benedettini di Catania, tra fuochi d’artificio, filastrocche, musica a tutto volume, cuscinate, gesti rudi e violenti, ma anche teneri, si presentano all’interessato spettatore due cugini: Giovanni e Rosaria. Lui, un ingenuo d’animo cresciuto tra donne e con l’atteggiamento femmineo dei gesti che rivelano un’omosessualità innocente e lei, donna dai lunghi capelli neri e generosa che lo guida nel suo tragico cammino. Giovanni e Rosaria sono allo stesso tempo fratello, genitore, amante, amico. Il terzo personaggio della storia è Giuseppe, virile maestro di ballo che, da amante segreto di Giovanni ed incapace di uscire dal ruolo di maschio ammogliato, finirà per segnarne tragicamente l’esistenza, infatti lo farà ammalare di Aids e all’apparire della malattia, per paura, lo disprezzerà (“Mi ha detto che ero un frocio di merda, che dovevo morire e che – urla ferito e triste Giovannino – a ballare facevo schifo”) mentre Giovanni accetterà il suo destino con grande e commovente rassegnazione.

Locandina "Io, mai niente con nessuno avevo fatto"

Locandina “Io, mai niente con nessuno avevo fatto”

Diretto con mano felice dallo stesso autore, senza supporto scenico (c’è solo un baule con un abito bianco indossato da Giovanni) il fortunato e pluripremiato spettacolo della compagnia Vuccirìa Teatro vede prevalere i corpi degli interpreti, le parole, le sensazioni, i ricordi ed è impregnato di atmosfere popolari, violente, crude e che richiamano l’universo di Franco Scaldati ed il teatro vivo e coinvolgente di Emma Dante.

Federica Carruba Toscano e Joele Anastasi

Federica Carruba Toscano e Joele Anastasi

I tre personaggi, l’ingenuo Giovanni, il virile e violento Giuseppe e la generosa Rosaria (interpretati con grande autorevolezza da Joele Anastasi, Enrico Sortino e Federica Carruba Toscano) raccontano quindi, in una Palermo crudele e omofoba, una storia d’amore e morte, attraverso un contatto diretto con il pubblico, cercando e trovando un linguaggio immediato. Fasci di luce, a turno, illuminano i protagonisti, le loro vite tragiche, regalandoci i loro segreti più intimi, i loro amori, le loro paure ed i loro desideri di scappare via.

Enrico Sortino

Enrico Sortino

Rosaria, Giovanni e Giuseppe raccontano tutto al pubblico senza sconti, esibendo i loro corpi, offrendo le loro anime nude e le parole, i gesti, sono amplificati da una scena volutamente vuota ma illuminata, riempita, dai loro solitari monologhi che frammentano sicuramente l’intreccio drammaturgico della pièce, senza però togliere nulla ad uno spettacolo coinvolgente, accurato e che si lascia seguire con attenzione e che alla fine raccoglie i convinti applausi del pubblico.

Quella di Vuccirìa Teatro risulta quindi una pièce estremamente vissuta, che predilige soffermarsi più sulla psicologia, sul dramma dei personaggi, che sulla coralità ma che, comunque, regala al pubblico una serata di teatro intensa e di grande pathos, grazie alla bravura, all’interpretazione monologante, intima ed in stretto siciliano, di Joele Anastasi, Federica Carruba Toscano ed Enrico Sortino.

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