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Nairo Quintana giunge solo sul Blockhaus, per lui tappa e maglia. Alle sue spalle finiscono Pinot ed un sorprendente Dumoulin. Nibali lotta, cede, ma alla fine tiene.

Dopo giorni di giusto anonimato, la Movistar ha corso da grande squadra. Le pendenze del Blockhaus chiamavano a gran voce il piccolo grande scalatore colombiano, gli spagnoli non si nascondono ed il loro ritmo imposto sin da lontano non lascia spazio se non ad un’unica interpretazione, Quintana non si farà inghiottire da tatticismi improduttivi. Ai piedi dell’erta finale, in prossimità di Roccamorice, un grave episodio inspiegabile fa più danni dell’intero Giro corso sin lì. Un poliziotto della stradale, chissà perché fermo sul bordo della carreggiata, causa uno sciagurato strike che in un sol colpo elimina la Sky ed Adam Yates. Il gruppo, squarciato dalla caduta, non ha neanche il tempo di farsi tante domande, la Movistar ha puntato la vetta da un pezzo. Nei primi chilometri di ascesa Anacona sbriciola la fila riducendola a sole dieci unità, fra le sue vittime anche Jungels ed il sopravvalutato Van Garderen. Poi tocca a Quintana. Il primo scatto a sei chilometri e mezzo dall’arrivo, a rispondere i soli Nibali e Pinot. Nei prossimi due chilometri proverà altre tre volte, l’ultima rasoiata lo porterà da solo all’arrivo. Dumoulin sceglie la via della regolarità, recupererà prima Nibali poi anche Pinot. Importante sottolineare che dal momento del primo scatto di Quintana, l’olandese non perderà più nulla dal colombiano. All’arrivo cederà la piazza d’onore al più sprintante Pinot. Quarto l’ottimo Mollema, quinto Nibali ad un minuto pieno, sesto un regolare Pozzovivo . L’ordine d’arrivo corrisponde con la nuova classifica generale. Quintana comanda con 28” su Pinot, 30” su Dumoulin, 51” su Mollema. Nibali è quinto ad 1’10’’, Pozzovivo sesto a 1’28’’. Gli altri, lontani, ad oltre due minuti.

Il verdetto del Blockhaus è stato chiaro, ma non definitivo. Tutti aspettavano Quintana e lui ha risposto bene. Ha vinto, ma non ha ucciso il Giro, Pinot e Dumoulin hanno risposto benissimo, soprattutto quest’ultimo che già martedì giocherà le sue migliori carte. Nibali ha corso di pancia, chiedendo forse un po’ troppo alle sue gambe su pendenze non proprio amiche. Ha vacillato, ma non è affondato. L’inevitabile dibattito del dopo corsa, ha visto su fronti opposti Cassani e Garzelli. Il primo sostiene che con una condotta di gara più ragionata avrebbe facilmente concluso con Dumoulin, il secondo no. Io idealmente sto con Cassani, ma Nibali è un corridore sanguigno, è fatto così. Prendere o lasciare. Io prendo. Sempre!
Doverosa una considerazione su Pozzovivo. Il lucano sin qui non ha sbagliato una virgola. Se riuscirà, come spero, a gestire bene la terza settimana si aprono per lui scenari importanti.

Domani riposo. Martedì altro appuntamento chiave. Da Foligno a Montefalco, 39,8 km ubriacanti contro le lancette. Crono per nulla semplice. Inizio piatto per una decina di chilometri, poi saliscendi dalle pendenze asfissianti sino all’arrivo. Dumoulin ha già puntato la “rosa”.

Il Giro è decollato, la maglia è sulle spalle del grande favorito della vigilia, ma non ci deve essere delusione fra i tifosi italici. Da qui alla fine si incontreranno poche volte pendenze amiche del colombiano e su questo bisognerà puntare.

In fondo è successo ciò che era prevedibile.

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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