Sui continui sbarchi in Sicilia, al Porto di Catania e del lavoro incessante dei poliziotti, delle promesse e delle battaglie sindacali parla Tommaso Vendemmia, segretario provinciale SIAP.

Tommaso Vendemmia, segretario SIAP
“La Polizia di Stato è la sola Istituzione dello Stato – spiega il Segretario SIAP Vendemmia – che tratta concretamente il problema, senza retoriche o polemiche. Si è vero, tanti volontari sono lì, a raccogliere ed assistere i profughi sbarcati; ma il durante e il dopo? Oltre all’assistenza, alla vigilanza alla fotosegnalazione e attività connesse, il poliziotto deve poi lavorare le pratiche in ufficio e sono interminabili. La Sicilia, in generale è la regione con più porti di arrivo, ma quella Orientale forse, è di gran lunga la più chiamata alle operazioni di accoglienza tra tutte le province siciliane interessate, ricordiamo gli Hot Spot di: Pozzallo (RG), Augusta (SR), il porto di Messina e il porto di Catania, quest’ultimo spicca e primeggia nei numeri ed impegno, sia operativo sia giudiziario. Dal gennaio 2016 ad oggi, ci limitiamo a quest’ultimo periodo, solo nella regione orientale, si sono registrati 311 sbarchi per un totale di 99.700 migranti, sbarcati e trattati (foto-segnalati), di questi solo Catania ne ha trattati 41.000 ( 112 sbarchi). Inoltre, sempre Catania, fornisce gli uomini e i mezzi della polizia scientifica e del Reparto mobile in tutte le province interessate, vista la competenza regionale. Solo in questo mese di giugno, in una settimana, la Polizia catanese ha dovuto operare con 4 sbarchi in successione, per un totale di 2200 migranti (1000 in più dell’anno scorso stesso periodo). Una marea di uomini, donne e bambini accolti nel porto catanese sotto un sole a 40°. I poliziotti non sono più in condizioni di operare, non in questo modo”.

Migranti
“Il Siap ha già fatto delle battaglie sindacali: – continua Vendemmia – la prima per i pasti che non erano forniti, per l’acqua che era centellinata (la Prefettura non ha installato nessun punto di ristoro per gli operatori), per i lunghi servizi senza cambio (un operatore lavora in media 9/12 ore di continuo), per i rischi contagi e per la “tendopoli al porto”, non adatta ad ospitare uffici mobili di identificazione e soprattutto, in presenza del caldo asfissiante che sta procurando malori agli operatori. Gazebo che sono senza aria condizionata e sotto il sole siciliano si può ben immaginare a quale condizioni di micro-clima sono costretti poliziotti e migranti a permanere per lunghe ore. I poliziotti lavorano per la collettività con impegno, ma non possono resistere a queste condizioni. Oltre a litri di sudore e ore piccole la beffa; il Dipartimento di P.S. non paga ai dipendenti il lavoro straordinario effettuato negli sbarchi, che seppur preveda un compenso di 7 euro l’ora, per i poliziotti catanesi non ci sono fondi per pagare il lavoro fatto e da oltre un anno. Lavoro, anche amministrativo che va assolutamente fatto e continua soprattutto dopo lo sbarco, negli uffici dell’Immigrazione, della scientifica, dei minori, della Squadra Mobile e della Digos, sia per i rigidi termini imposti dalle norme sia per smaltire celermente le pratiche di rifugiati al CARA di Mineo finanche per le importanti attività giudiziarie e antiterrorismo. Inoltre va sottolineato come la continua sottrazione di uomini e donne dagli uffici o dalle altre operatività, incide negativamente sulla sicurezza cittadina”.