Catania News

Domenica 14 gennaio, nella memoria del triste e tragico 325° anniversario dello sconvolgete terremoto dell’11 gennaio 1693 -che seppellì sotto un cumulo di macerie la gran parte degli abitanti di Catania, che si trovavano in preghiera d’intercessione in Cattedrale per venerare le reliquie di Sant’Agata esposte nell’abside maggiore e per chiedere perdono al Signore dopo la premonitrice scossa di due giorni prima- alle ore 18.30, a conclusione del triduo eucaristico delle Sante Quarantore, nella chiesa parrocchiale “Immacolata Concezione ai Minoritelli” in via Gesualdo Clementi, sarà celebrata la “Festa della Concezione Immacolata”, detta anche del “Voto”. Il parroco, can. Giovanni Romeo, presiederà la s. messa di ringraziamento al Signore, rinnovando il filiale atto di affidamento della comunità cittadina alla Vergine Maria a ricordo del voto fatto dai sopravvissuti all’apocalittico sisma di quel fatale giorno di domenica 11 gennaio 1693, che rase al suolo Catania e tutto il Val di Noto.

Gli scampati al catastrofico terremoto della Sicilia sud-orientale edificarono sulle macerie della chiesa “Santa Barbara” l’attuale chiesa votiva dei Minoritelli e la dedicarono alla Vergine Immacolata, speciale protettrice della città. Il tempio votivo mariano della “Santissima Concezione” fu affidato ai Chierici regolari minori –detti Minoriti e chiamati Minoritelli per distinguerli dai confratelli di San Michele maggiore di via Etnea- che lo curarono fino alla soppressione del 1866. Nel 1943, in sostituzione dell’antica filiale sacramentale “Santa Maria dell’Idria” in Montevergine-Antico Corso, gravemente danneggiata dai bombardamenti, ebbe la cura d’anime e, nel 1949, dall’arcivescovo mons. Carmelo Patanè fu eretta in parrocchia.

   La tradizione del Voto è stata sempre patrimonio collettivo di un momento unitario che ricordava l’evento con particolare solennità il 14 gennaio di ogni anno, a perpetua e grata memoria della fede cristiana dei nostri padri. Sul prospetto della storico ed artistico tempio del Voto spicca il grande simulacro di Maria Immacolata, con la scritta dedicatoria “posuerunt me custodem”, ‘posero me come custode’.

 Nel passato, il 14 gennaio si esponeva alla pubblica venerazione il simulacro della Vergine Maria Addolorata. La commemorazione di quell’immane sciagura di fine Seicento è in qualche modo legata anche alla devozione a Sant’Agata protettrice anche contro i terremoti, di cui rimane una commovente traccia nel canto popolare musicato, a fine Settecento, da Michele Giarrusso, la commovente cantata popolare “Lo Jonico mare” che si esegue ogni anno in piazza Duomo la magica sera del 3 febbraio: “…Cento anni corsero,/ Che orribile tremuoto,/ Case distrusse e templii,/ Precipeitò nel vuoto…/ E l’arca tua adorabile/ Volea, volea disfar./ Grave si asperse un gemito/ Dall’Etna alla marina;/ Peccammo tutti dissero/ E’ giusta ogni rovin:/ E’ sana e inconcepibile/ Di Dio la sua volontà;/ Quelli che allora perirono,/ sono a goderti in cielo./ Su noi, benigna e placida/ Stendi il santo Vel. / Ed il vulcano attonito/ Miri la tua pietà…”.

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