Catania News

Al fine di contrastare i furti di rame e di metalli in genere, la Polizia Ferroviaria periodicamente effettua controlli mirati sia lungo linea che presso le ditte di compravendita materiale ferroso. Proprio durante uno di questi servizi, nei giorni scorsi, personale della Sezione Polizia Ferroviaria di Catania, congiuntamente a quello della Polizia Provinciale, ha effettuato un controllo in una nota azienda di commercio di metalli ubicata nella zona industriale di Misterbianco, finalizzato alla ricerca di cavi di rame trafugati dalle strutture ferroviarie o da altri impianti di pubblica utilità, nonché alla verifica dei titoli autorizzativi e di eventuali violazioni ambientali.

Nel corso dell’attività, non sono stati rinvenuti cavi di rame riconducibili a quelli trafugati dalle linee ferrate ma agli operatori di Polizia non è sfuggita però la presenza sul piazzale di numerosi veicoli, circa 100, privi di targhe.

Questi sono risultati, così come successivamente accertato, tutti radiati dal pubblico registro automobilistico in quanto rottamati. Sul posto è stato accertato che l’attività di demolizione era stata avviata formalmente dal mese di aprile 2017 seppure la ditta, di fatto non fosse operativa, in quanto priva delle necessarie attrezzature per effettuare attività di bonifica e demolizioni.

L’amministratore unico delle società G.A. di anni 55 originario di Mascali è stato deferito alla locale Autorità Giudiziaria per il reato di gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi ed anche per non aver dichiarato, in fase di richiesta al preposto ufficio della Regione Sicilia, che l’attività di autodemolizione non poteva essere effettuata.

Tutti i veicoli presenti sul piazzale e la stessa attività di autodemolizione sono stati posti sotto sequestro preventivo.

La Polizia Ferroviaria dedica ingenti risorse alla prevenzione ed al contrasto di queste tipologie di reato che, nel caso di furti, determinano ingenti danni economici alle imprese vittime con ripercussioni anche sui servizi offerti alla cittadinanza. In questo caso, invece, è stato scongiurato che il prosieguo dell’attività illecita configurasse ulteriori pesanti danni a carico dell’ambiente.

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