AppuntamentiCronaca

 I segreti e la magia dei conventi e dei palazzi della città etnea saranno protagonisti delle passeggiate culturali organizzate in occasione delle “Giornate Fai di Primavera”, che si svolgeranno sabato 24 e domenica 25 marzo, grazie all’iniziativa nazionale del Fondo Ambiente Italiano. Dalle ore 9 alle 13 e dalle 15.30 alle 18 (ultimo ingresso ore 17.30) si potranno visitare, a fronte di un contributo minimo libero, i chiostri di San Placido (Palazzo della Cultura), Santa Caterina da Siena al Rosario (Archivio di Stato) e Palazzo dei Minoriti(Prefettura e Avvocatura della Città Metropolitana di Catania).

Il programma è stato presentato nell’Aula consiliare di Palazzo Minoriti a Catania dalla prof.ssa Antonella Mandalàcapo della Delegazione catanese Fai, prosegue con le visite guidate di Porta GaribaldiConvitto Nazionale Mario Cutelli – dove sarà possibile ammirare il portone posteriore e il gruppo marmoreo con il busto del Conte Mario Cutelli, restaurati dalla delegazione Fai di Catania grazie al progetto “Puntiamo i riflettori” – cinema Odeon (sabato e domenica dalle 9 alle 14, ultimo ingresso ore 13.30), gioiello dell’Art déco, e infine nelle chiese di San Michele Arcangelo e di San Benedetto (visite sospese durante le funzioni religiose).

«Invitiamo tutti a sostenere attivamente il Fai e a promuovere insieme a noi la bellezza del nostro territorio, spesso dimenticata – ha affermato Mandalà – è grazie al contributo attivo e concreto dei volontari che abbiamo potuto infatti restituire alla città beni nascosti, arricchendo l’evento di quest’anno con numerosi appuntamenti di richiamo».

Oltre alle visite guidate, sono state riservate ai soci Fai e a quanti s’iscriveranno, diverse iniziative che si svolgeranno presso la Casa degli Esercizi Spirituali della Compagnia di Gesù, oggi Istituto di Incremento Ippico per la Sicilia, come la manifestazione equestre del cavaliere Maurilio Vaccaro della Squadra Paraolimpica Nazionale (sabato ore 12) e la mostra Artisti per Morgantina, omaggio alla statua della Dea recentemente rientrata in Sicilia dal Getty Museum di Malibù (inaugurazione sabato ore 11.30).

Da non perdere le due mostre inedite allestite nei locali dell’Archivio di Stato (ex Convento di Santa Caterina da Siena al Rosario): “Catania com’era, dalle “Antichità” alle “Difese” della città. Documenti e immagini” e “I monasteri di clausura e gli edifici conventuali a Catania tra Settecento e Ottocento. Documenti e immagini”. L’inaugurazione si terrà sabato alle ore 10.00 (in via Vittorio Emanuele 156), alla presenza delsindaco di Catania Enzo Bianco e dell’assessore all’Urbanistica e al Decoro Urbano Salvatore Di Salvo. «Ringrazio la professoressa Mandalà e il Fai per l’importante lavoro di connessione fra tutti i diversi soggetti coinvolti nella creazione di questo progetto culturale a sostegno della bellezza – ha sottolineato Di Salvo in conferenza stampa – che per Catania rappresenta un motore importante di rilancio e di ripresa economica».

Oltre ai soci della delegazione catanese del Fai, alla conferenza hanno partecipato: Annamaria Iozzìa (direttore Archivio di Stato di Catania), Alfredo Alessandra (direttore Istituto di Incremento Ippico per la Sicilia), Fabrizio Serrano (proprietario del cinema Odeon) e Patrizia Miuccio (rappresentante dell’Associazione Guide Turistiche di Catania). Presente anche il rappresentante dell’associazione nazionale Carabinieri Tino Morabito, che insieme con la Protezione Civile, ha reso possibile e sicura la fruizione dei luoghi protagonisti delle Giornate Fai di Primavera. Durante l’incontro è intervenuta anche Loredana Grasso, a capo del gruppo Fai di Acireale, che ha illustrato le iniziative nella città acese: saranno aperti al pubblico, venerdì 23 e sabato 24, la Chiesa del SS Salvatore e il Centro di Ricerca Olivicoltura, Frutticultura e Agrumicoltura.

Le visite guidate sono rese possibili grazie al contributo volontario di venti istituzioni scolastiche e degli Apprendisti Ciceroni che illustreranno ai visitatori gli aspetti storico-artistici dei monumenti, coordinati dalla delegata Fai alla Scuola Silvana Manzoni: «Durante le Giornate Fai i ragazzi si sentono protagonisti della propria città – ha affermato la preside – solo così possono davvero conoscere e apprezzare il luogo dove vivono e il suo patrimonio, non soltanto paesaggistico, ma anche artistico. Così facendo possono amarlo e imparare a salvarlo».

Info e aggiornamenti sul programma su:

www.fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-di-primavera/i-luoghi-aperti/?search=catania

 

VISITE GUIDATE NELLA CITTÁ DI CATANIA

A cura della Delegazione FAI di Catania

Chiostro e convento di San Placido (Palazzo della Cultura)

Via Vittorio Emanuele, 121

Sabato e Domenica ore 09 – 13/15.30 – 18.30 (ultimo ingresso ore 18)

Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni di: Istituto Istruzione Superiore Vaccarini, Istituto Comprensivo Carducci, Istituto San Francesco di Sales, Istituto Comprensivo Falcone Acicastello.

 

  • INIZIATIVE SPECIALI SABATO ORE 17.30 E DOMENICA ORE 11.00

Conferenza Storia e architettura dei chiostri cittadini – Relatore prof. Eugenio Magnano di San Lio

L’ex monastero di San Placido (oggi Palazzo della Cultura) fu fondato in una prima versione tra il 1402 ed il 1403 da una pia coppia di origine spagnola: Ximenez e Paola da Lerida, che lo avevano destinato alle monache della regola benedettina e dedicato a San Placido, colui che aveva diffuso in Sicilia tale regola. Fu distrutto a seguito del tremendo terremoto del 1693, dal quale scamparono solo due monache, una delle quali ne iniziò subito la ricostruzione. Era Maria Rosaria Statella, che fu poi badessa per 28 anni.

Il complesso occupa l’area di un intero isolato di forma trapezoidale, compreso tra la piazza S. Placido e le vie Vittorio Emanuele, Landolina e Museo Biscari. Il lato corto dell’isolato è impegnato quasi interamente dalla chiesa, che prospetta su piazza S. Placido, mentre il monastero si sviluppa lungo i tre lati più lunghi, organizzato attorno ad un chiostro rettangolare, mancante ad ovest del lato corto. Un altro spazio a cielo aperto, più riservato del chiostro, fu ricavato all’interno delle due appendici dell’edificio sulle Vie Landolina e Museo Biscari, dove si trova al piano primo una terrazza ben protetta dagli sguardi dei vicini.

L’edificio è costituito prevalentemente da due elevazioni, ad eccezione di una modesta parte adiacente alla chiesa che ne ha tre. In effetti, a chi lo osserva dalla Via Vittorio Emanuele, esso sembra disporre di una terza elevazione, ma si tratta di una semplice parete di prospetto costruita sia per adeguare l’altezza dell’edificio monastico a quello della chiesa, sia per difendere da occhi estranei la clausura delle monache. All’interno della corte, dal lato ovest, sul fondo, si osservano i resti, straordinariamente belli, di Palazzo Platamone risalente al XV secolo.

Il Palazzo Platamone alla Marina era ubicato tra il porto Saraceno e il porto Pontone, che rappresentavano i due più importanti approdi della Catania medievale. Apparteneva alla illustre e ricca famiglia dei Platamuni, che si distinse nel campo commerciale ma che ebbe anche importanti esponenti che primeggiarono nell’ambiente politico ed ecclesiastico. A questo casato la ricchezza proveniva comunque dal commercio dei prodotti agricoli, del bestiame e dei tessuti esportati da Catania via mare nonché dall’attività svolta da alcuni esponenti della famiglia che esercitavano la professione di affermati banchieri. Il loro palazzo sorgeva nell’area sulla quale successivamente fu eretta la Chiesa di San Placido. Le case dei Platamone erano attigue al monastero, ma forse erano esse stesse a ospitare le monache, perché già nel XV secolo la famiglia le aveva donate ai religiosi.

Chiostro e convento di Santa Caterina da Siena al Rosario (Archivio di Stato)

Via Vittorio Emanuele, 156

Sabato e Domenica ore 09 – 13/15.30 – 18.30 (ultimo ingresso ore 18)

Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni di: Istituto Comprensivo Rimini Acitrezza, Istituto San Giuseppe Catania

 

  • INIZIATIVE SPECIALI SABATO E DOMENICA DURANTE LE GIORNATE FAI

Mostre inedite:

Catania com’era: dalle “Antichità” alle Difese della Città. Documenti e immagini

a cura della dott.ssa Annamaria Iozzìa, dell’ing. Salvatore Calogero, del prof. Paolo Militello e del prof. Enrico Iachello

Gli antichi Monasteri di Clausura a Catania: documenti d’Archivio

a cura della dott.ssa Annamaria Iozzìa e del Prof. Ing. Eugenio Magnano di San Lio

Inaugurazione Sabato ore 10

Un primo edificio fu costruito verso il 1618 per disposizione testamentaria di Margherita Arcangelo che voleva istituire un monastero femminile con la regola di S. Benedetto, nella contrada del Campanaro vecchio, da intitolarsi a S. Caterina, per accogliere 13 donne vergini e nobili. Però, per ordine di papa Paolo V, fu cambiata la destinazione d’uso e si costruì un secondo convento per i frati domenicani con l’obbligo di mantenere l’intitolazione alla santa domenicana e di aggiungere “al Rosario”. Il convento, completo di chiesa, nella contrada Civita, fu completato negli anni ‘80 del Seicento e ricostruito più grande ab imis fundamentis dopo il sisma del 1693. A causa delle leggi eversive del 1866 il convento fu trasferito alla Provincia e successivamente destinato a sede dell’Archivio di Stato.

Durante il bombardamento navale del 17 luglio 1943 due cannonate colpirono la parte anteriore della navata della chiesa S. Caterina da Siena al Rosario (conosciuta col nome di S. Maria del Rosario) su via S. Agata e di fronte la via S. Maria del Rosario e il corpo di fabbrica dell’angolo nord est. Crollò gran parte del prospetto provocando il dissesto statico delle opere murarie e delle volte. Delle parti colpite oggi rimane solo una minima parte dell’antico prospetto poiché l’interno è stato interamente ricostruito per sistemare l’Archivio storico comunale, mentre il restante edificio ha continuato ad ospitare l’Archivio di Stato subendo altre trasformazioni strutturali sino ad oggi che hanno occultato le memorie iconografiche dell’elegante residenza conventuale dei domenicani del Rosario ma che, probabilmente con accurati lavori di restauro, potrebbero in parte tornare alla luce.

Chiostro e Palazzo dei Minoriti (Prefettura e Avvocatura della Città Metropolitana di Catania)

Via Etnea, 73

Sabato e Domenica ore 09 – 13/15.30 – 18.30 (ultimo ingresso ore 18)

Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni di: Liceo artistico M. M. Lazzaro, Scuola Media Statale Majorana, Liceo Classico Mario Cutelli, Istituto Comprensivo Parini, Istituto Tecnico Archimede

Palazzo dei Minoriti fu eretto nella seconda metà del Settecento per ospitare i Chierici Regolari Minori (brevemente Minoriti), già presenti a Catania prima del terremoto del 1693 i quali, a causa del sisma, avevano perduto il loro precedente convento. Il probabile autore delle prime due elevazioni fu Francesco Battaglia (1701?-1788), mentre negli anni ’30 dell’Ottocento, su progetto e direzione dell’arch. Sebastiano Ittar (1778-1847) fu elevato il secondo piano. Grazie a dei sapienti restauri eseguiti intorno al 2001 ed alla eliminazione di una serie di strutture aggiunte nel tempo, il palazzo è tornato all’aspetto originario e offre allo sguardo un elegante chiostro colonnato. Accanto ad esso sorge la Chiesa di San Michele Arcangelo, in origine abbinata al convento.

Come accadde in tutta Italia a tutte le proprietà ecclesiastiche, nel 1866 il Convento fu requisito ai Minoriti e dato in proprietà alla giovane Amministrazione Provinciale di Catania, che vi si insediò, concedendone metà alla Prefettura del Regno. Anzi, per rispetto al maggiore rango, a quest’ultima fu concessa la metà di maggiore pregio, cioè quella prospiciente la Via Etnea, mentre la sola Chiesa rimase di proprietà dei religiosi. Entrambi gli Enti si insediarono nel 1868. Sono da ammirare a Palazzo Minoriti anche lo splendido dipinto di Sciuti nel salone di rappresentanza della Prefettura e le interessanti stampe presenti nel corridoio dell’Avvocatura.

Chiesa di San Michele Arcangelo

Via Etnea, 81

Sabato ore10.30 – 12/16 – 17.30 (ultimo ingresso ore 17 – visite sospese durante le funzioni religiose)

Domenica ore 16 – 17.30 (ultimo ingresso ore 17 – visite sospese durante le funzioni religiose)

Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni di: Istituto Maria Ausiliatrice, Liceo artistico M. M. Lazzaro

La chiesa di San Michele Arcangelo sostituisce un omonimo luogo di culto esistente prima del 1693. Fu consacrata nel 1785 dal vescovo Corrado Deodato Moncada, ma certamente i lavori di abbellimento si protrassero ancora nel tempo. Nel 1865 ca. la Via Etnea ebbe il profilo livellato in senso verticale e si resero necessari l’innalzamento del portone ed un primo restauro generale. I Chierici Regolari Minori continuarono ad officiare nella chiesa fino al 1876. Dal 1911 la chiesa, che rientra nell’ambito della Cattedrale, è affidata ai PP. Gesuiti.

La chiesa è rivolta a oriente e si affaccia su Via Etnea. La facciata è interamente in pietra calcare ed è preceduta da una breve scalinata. Una ulteriore duplice scalinata marmorea porta dal pianerottolo con altarino devozionale (sec. XIX), custodito da angeli settecenteschi in legno ridipinto, al grandioso interno. La chiesa si fregia di una delle quattro cupole visibili nello skyline di Catania.

Convitto Nazionale Mario Cutelli

Via Vittorio Emanuele, 56

Sabato e Domenica ore 09 – 13/15.30 – 18.30 (ultimo ingresso ore 18)

Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni di: Convitto Mario Cutelli, Istituto San Francesco di Sales, Istituto Comprensivo Padre Pio da Pietralcina Misterbianco

 

  • INIZIATIVE SPECIALI DOMENICA

ore 9.15          Racconti sul processo agli insorti dei moti del 1837 avvenuto proprio nell’Aula Magna del Convitto

ore10.30         Esibizione dell’Orchestra Falcone e Borsellino della Fondazione Città Invisibile

ore 17             Il Conte Cutelli e il suo Testamento. Dopo una breve introduzione al personaggio storico, lettura da parte del notaio Claudia Licciardello delle volontà testamentarie del Conte Mario Cutelli in ordine ai lasciti relativi al nobile collegio.

Il Convitto Cutelli si trova lungo la Via Vittorio Emanuele, in un edificio di forma trapezoidale, che si affaccia dal lato Nord sull’omonima piazza, dal lato Est su Via Mons. Ventimiglia e dal lato Nord su Via Teatro Massimo. Esso occupa all’incirca lo spazio dove sorgeva il Bastione di San Giuliano, uno degli undici che guarnivano la cinta muraria che proteggeva la città e che, a partire dai primi del Settecento, fu ritenuta inutile e progressivamente demolita.

La lunga facciata principale è costituita da un corpo centrale a tre elevazioni, con tre luci nel senso della larghezza, avente d’ambo i lati due corpi di fabbrica con solo piano terra e piano primo, dotati di cinque luci ciascuno. Essa è opera di Francesco Battaglia. Entrati nell’edificio e superato il breve atrio coperto, si raggiunge la corte, che rappresenta, assieme all’aula magna, l’elemento di maggiore spicco dell’intero edificio. Essa è di forma perfettamente circolare ed è racchiusa dal prospetto interno dei due piani che costituiscono il complesso.

L’edificio fu donato alla città dal giureconsulto Mario Cutelli allo scopo di insediarvi un collegio per nobili rampolli. Nel 1747, esauritasi la linea maschile dei suoi eredi, fu costruito l’edificio, attività che può collocarsi intorno al 1760. Le condizioni per l’ammissione al collegio divennero via via meno restrittive, fino ad essere dichiarato convitto nazionale, cioè istituto pubblico, insieme con altri 23 collegi italiani.

Da non perdere durante la visita al Convitto Cutelli il particolarissimo cortile circolare del Vaccarini, la bellissima Aula Magna interamente affrescata, il Portone Posteriore che affaccia su via Teatro Massimo e il gruppo marmoreo con il busto del Conte Mario Cutelli, beni questi ultimi che è stato possibile restaurare grazie al progetto nazionale FAI “Puntiamo i riflettori”.

Cinema Odeon

Via Filippo Corridoni, 19

Sabato e Domenica 09 – 14 (ultimo ingresso ore 13.30)

Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni di: Istituto Comprensivo Fontanarossa, Istituto Comprensivo Cavour

 

  • INIZIATIVE SPECIALI SABATO E DOMENICA ORE 11.30

Conversazioni su La storia dell’Arte cinematografica e del cinema Odeon, raro esempio di liberty catanese

a cura della Delegata FAI Maria Teresa Di Blasi

La Exposition internationale des Arts décoratifs svoltasi a Parigi nel 1925, provocò il definitivo seppellimento dello stile Liberty. Furono abbandonate le curve flessuose, i richiami floreali, le tonalità pastello e, per reazione, si imboccò una strada diametralmente opposta. Quindi, quando l’architetto Carmelo Aloisi (1894-1970), nel 1930, ricevette da parte dell’imprenditore Salvatore Serrano la commissione per il progetto di un cinema da sorgere in Via F. Corridoni, questi colse l’occasione per esibirsi nel nuovo stile, realizzando un capolavoro d’architettura Déco.

La facciata è tripartita verticalmente e composta orizzontalmente da due fasce. Tre proporzionate arcate piene, decorate da puttini e affiancate da lesene lapidee, ornano la parte bassa. In alto, sull’asse delle lesene, vi sono portalampada stilizzati in pietra, che scandiscono la tripartitura verticale. Ma è soprattutto all’interno che il visitatore può percepire l’essenza del nuovo stile, costituito da linee spigolose, frecce acuminate e disegni geometrici. I soffitti, compresa la cupoletta ellittica, sono decorati da disegni cubo-futuristi.

 

 

Casa degli Esercizi Spirituali della Compagnia di Gesù (Istituto di Incremento Ippico per la Sicilia)

Via Vittorio Emanuele, 508 e via Case Sante s.n.c.

Ingresso riservato per Iscritti FAI | Possibilità di iscriversi in loco
Sabato e Domenica ore 09 – 13/15.30 – 18.30 (ultimo ingresso ore 18)
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni di: Liceo Artistico Emilio Greco, Istituto Comprensivo San Giovanni Bosco

 

  • INIZIATIVE SPECIALI SABATO E DOMENICA DURANTE LE GIORNATE FAI

Mostre permanenti:

Storia delle antiche carrozze e della loro appartenenza alle famiglie aristocratiche

I finimenti per i cavalli e la loro evoluzione nel tempo

Mostra Artisti per Morgantina, omaggio alla Dea di Morgantina da parte di artisti contemporanei

a cura di Marcella Tuttobene Virardi presidente Club per l’Unesco di Enna, con la collaborazione dell’archeologa dott.ssa Serena Raffiotta – Inaugurazione Sabato ore 11.30

Degustazione di succhi di arance offerte da Organizzazione Produttori Rosse di Sicilia

ore 11  Esibizione equestre a cura dell’Istituto di Incremento Ippico per la Sicilia

 

  • INIZIATIVE SPECIALI SABATO

ore 12                         Manifestazione equestre del cavaliere Maurilio Vaccaro Squadra Paraolimpica Nazionale a cura dell’Istituto di Incremento Ippico per la Sicilia

ore 12.30 – 15.30       Visite guidate a cura dell’Associazione guide turistiche di Catania

 

Verso la metà del XVII secolo i Padri Gesuiti, già da tempo insediati in pieno centro cittadino, dove possedevano un ampio edificio, cominciarono ad utilizzare una tenuta di loro proprietà, posta poco al di fuori della cinta muraria cittadina, verso ponente, in un’amena contrada conosciuta come “Vigna del Sardo”. Di tale primo insediamento nessuna documentazione è rimasta che ci dica se esso fosse dotato anche di qualche fabbricato. Ma certamente qualche edificio doveva esistere se un documento attesta che, danneggiato questo a sua volta nel gennaio 1693, sei anni dopo il terremoto essi affrontarono delle spese per “accomodare le stanze vessate”.

Finalmente, verso il 1745, si accinsero a costruire un nuovo e più grande edificio, attribuendo ad esso la specifica funzione di Casa per gli Esercizi Spirituali. Esso fu ampliato fino al 1765 e l’edificio sarebbe cresciuto ancora se non fosse intervenuto, nel 1767, il dissidio con la casa regnante e la conseguente espulsione dei Gesuiti da tutto il Mezzogiorno d’Italia. L’edificio venne allora trasferito alla Reale Giunta, ma non se ne conosce la sua prima funzione. Mentre, nel 1822, si ha certezza che essa divenne sede della Real Gendarmeria borbonica.

Compiuta nel 1861 l’Unità d’Italia, dopo un breve periodo di utilizzo come Ospizio di Mendicità, il complesso passò al patrimonio del regno e nel 1869 venne adibito a Deposito dei cavalli stalloni.

Fra il 1924 ed il 1928 vennero realizzati la Scuderia Paesano e la rimessa delle antiche carrozze, donate dalla nobiltà cittadina, a nord della Grande Scuderia lungo la Via della Filanda. Quindi il sottopasso sotto la Via Campisano e il reparto asinino lungo la Via della Filanda.

 

Porta Garibaldi

Piazza Palestro

Sabato e Domenica ore 09 – 13/15.30 – 18.30 (ultimo ingresso ore 18)

Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni di: Istituto Alberghiero Karol Wojtyla, Istituto Comprensivo Coppola

La Porta Garibaldi (già Ferdinanda) fu innalzata nel 1768 in occasione delle nozze di Ferdinando di Borbone (1751-1825) con Maria Carolina d’Austria. Ferdinando fu III come Re di Sicilia, e poi, dopo il Congresso di Vienna, I come Re delle Due Sicilie.

La porta è rivestita con strati bianchi di pietra calcarea alternati con strati neri di pietra lavica. Fu disegnata da Stefano Ittar e la sua prospettiva più bella è dalla parte esterna, quella da cui si entrava in città e che consentiva di scorgere in lontananza, sotto il grande arco, la Cattedrale di Sant’Agata, perfettamente allineata. Di grande effetto i due corpi arcuati e protesi in avanti, più bassi di quello centrale, rimarcati da due balaustrate forate, anch’esse magistralmente rivestite di nero e di bianco. Numerosi i trofei e le iscrizioni.

Notevoli, su questo lato, il mascherone inserito come chiave dell’arco, i due angeli alati dotati di lunghe trombe, la figura femminile in pietra bianca e l’elefantino in pietra lavica accovacciato, posti sui due lati dell’orologio ovale. Sopra quest’ultimo, in conclusione, è posta un’aquila ad ali spiegate.

 

Chiesa di San Benedetto

Via Crociferi

Domenica ore 11 – 13/15.30 – 18.30

Visita guidata a cura dei volontari dell’Associazione Guide Turistiche di Catania

 

 

XXVI EDIZIONE

GIORNATE FAI DI PRIMAVERA

Venerdì 23 e Sabato 24 marzo 2018

VISITE GUIDATE NELLA CITTÁ DI ACIREALE
A cura del Gruppo FAI di Acireale

Centro di Ricerca Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura

Corso Savoia, 190

Venerdì e Sabato 09.30 – 13/15.30 – 18 (ultimo ingresso 17.30)

Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni di: Liceo Classico Gulli e Pennisi, Liceo Scientifico Archimede, Istituto Comprensivo Paolo Vasta, Istituto Comprensivo Fuccio La Spina, Lyceum Linguistico e Istituto S. Luigi (visite anche in inglese e spagnolo)

 

  • INIZIATIVE SPECIALI VENERDÍ E SABATO DURANTE LE GIORNATE FAI

Mostra pomologica e cerealicola Dies caelestes di Columella

a cura della classe IB del Liceo Classico Gulli e Pennisi di Acireale, con la collaborazione del Club per l’Unesco di Acireale

Il Centro di Ricerca Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura e il Centro di Ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali rappresentano due delle dodici strutture del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (Crea). La storia del Crea di Acireale risale al 1866 anno in cui fu costituito il Comizio Agrario del Circondario di Acireale, da allora diverse volte ha cambiato denominazione e assetto, Stazione Sperimentale di Frutticoltura e di Agrumicoltura di Acireale (1907), Istituto Sperimentale per l’Agrumicoltura di Acireale (1967), Centro di Ricerca per l’Agrumicoltura e le Colture Mediterranee (2007), mantenendo immutata la mission: occuparsi di miglioramento genetico, tecniche di propagazione, coltivazione, difesa, conservazione e trasformazione di colture tipiche dell’ambiente mediterraneo. Dispone di una biblioteca storica, numerosi laboratori scientifici e diverse collezioni di germoplasma di specie diffuse nell’areale mediterraneo.

 

Chiesa del SS. Salvatore

Corso Savoia

Venerdì e Sabato 09.30 – 13/15.30 – 18 (ultimo ingresso 17.30 – visite sospese durante le funzioni religiose)

Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni di: Istituto d’Istruzione Superiore F. Brunelleschi sezioni Liceo artistico e Tecnico per il turismo

La chiesa del SS. Salvatore viene edificata nel XVI secolo ed ampliata nel 1603. Restaurata nel 1625 e dopo il terremoto del 1693. Nel 1656 viene scelta come chiesa del Monte Calvario da dove ogni anno nel giorno del Venerdì Santo ha inizio la processione del Cristo Morto. Abside interamente affrescato da autore ignoto nel 1721 Le nozze di Cana, La moltiplicazione dei pani e dei pesci, L’ultima Cena e simboli della Passione di Cristo, Crocifisso ligneo policromo sec. XVIII, Alessandro Vasta (1726-1793) La Trasfigurazione, olio su tela, Francesco Patanè (1902-1980) L’apparizione di Fatima, olio su tela, Paolo Leonardi Vigo (1845-1922), La Gloria di San Benedetto Labre, affresco, Antonio Angelo Jerone (1879-1956), L’Ascensione, olio su tela.

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