Il volume “Sebastiano gloria della Chiesa e vanto della Sicilia” (Leonforte, Euno edizioni, 2017, pp.160, figurate ) è la 41^ opera bibliografica di mons. Giovanni Lanzafame, noto studioso di storia patria ecclesiale e mariologo catanese, da 18 anni operante e da 10 anni incardinato nell’arcidiocesi di Siviglia dove, come cappellano della chiesa “San Giorgio” e direttore spirituale della “Santa Carità”, oggi lavora instancabilmente con grande spirito di umiltà e abnegazione con i più poveri della città, conosciuta nel mondo per l’annuale celebrazione della Settimana Santa promossa dalle confraternite, di alcune delle quali l’autore è cappellano.
L’ultima fatica, elaborata con passione e collaudata perizia di ricercatore e conoscitore delle più genuine tradizioni cristiane siciliane, intimamente legate alla profonda pietas religiosa del nostro popolo fedele, dal prof. Lanzafame, a ricordo del 40° di ordinazione sacerdotale, vuol essere un canto di lode alla grande devozione che i siciliani da secoli professano a san Sebastiano martire, il cui potente patronato è stato diffusamente e liberamente adottato allorché secoli fa imperversavano nella nostra Isola terribili pandemie di peste.
L’opera, unica nel suo genere, non è una mera acritica rassegna agiografica di notizie e di leggende sul celebre santo <bimartire> appartenente alla guardia personale degli imperatori Diocleziano e Massimiano, bensì una <summa>, arricchita da un completo (anche se l’autore con molta modestia riconosce che il testo non è esaustivo) e in gran parte sorprendente ed inedito corredo iconografico e artistico, antico e moderno, per la verità non limitato esclusivamente alla sola Sicilia, comprendente centinaia di simulacri processionali, dipinti, immagini devozionali, fercoli, reliquiari, santuari, chiese -inestimabili e preziosi <beni culturali> d’ispirazione religiosa riguardanti l’antico culto di grata venerazione tributato in modo particolare dai siciliani al <nostro> san Sebastiano.
La prefazione del libro è affidata al prof. Vittorio Rocca, sacerdote decano della grandiosa basilica acese intitolata a San Sebastiano, che dalla testimonianza del veneratissimo compatrono trae alcuni insegnamenti e moniti ancor oggi di grande aiuto.
Nell’introduzione, padre Gianni ricorda con nostalgia la sua infanzia a Catania, in via San Sebastiano 23, legata al culto di “San Mastiano” compatrono del capoluogo etneo, zelato nella vicina chiesa confraternale dei Macellai di cui è venerato titolare: grande era la partecipazione, sino alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, dei commercianti di carne suina che patrocinavano la festa cittadina, che ancor oggi, il 20 gennaio, nella rumorosa processione attorno al Castello Ursino è abbellita dalla caratteristica partecipazione della propria elegante candelora barocca votiva agatina, esaltante il <santo delle frecce, legato all’albero di arancio>.
Dopo un capitolo riservato alla “Passio” del <venerabile> soldato di Cristo, milanese per cittadinanza e gallico-narbonense per nascita, perseguitato per la sua fede nel Redentore, il volume riserva ampio spazio al culto del santo, tra i più ammirati e venerati nel mondo cattolico, nel Catanese, nel Siracusano, nel Messinese, nonché nelle province di Caltanissetta, Enna, Agrigento e Ragusa ed infine nel Palermitano e nel Trapanese.
Una preziosa appendice offre delle notizie del tutto inedite sul culto andaluso a san Sebastiano con uno splendido corredo iconografico di enorme valore socio-culturale con “uno sguardo da Siviglia a Cusco”, dove l’autore svolge la sua missione pastorale di sacerdote e di attento cultore delle tradizioni del cristianesimo popolare siculo-spagnolo.
Completano l’opera le ultime pagine – una ventina tra preghiere, immagini devozionali, bibliografia- contenenti riflessioni sul culto e storici stralci liturgici in onore dell’amatissimo santo militare nel passato, anche se in certi casi, molto venerato in Oriente e in Occidente anche come “ausiliatore”.
A conclusione il lettore ha la lieta occasione di poter conoscere il testo in italiano dei vespri della festa liturgica del santo, comprendente il bellissimo inno poetico dedicatorio che precede le <considerazioni> del devoto acese Enzo Coniglio.
Antonino Blandini