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Una “scatola bianca” come impianto scenografico, la magia ed il fascino, a volte ossessivo e purificatore del teatro, il rimpianto dei vecchi maestri di una volta, il sogno di parlare con uno di loro anche solo per un attimo, salutarlo e dargli un appuntamento nel tempo. Questo e tanta altra suggestione e poesia, nell’atto unico – in scena alla Sala Giuseppe Di Martino, in via Caronda 82, a Catania, fino al 25 Novembre (stasera ore 18.00) –“Il Dottor Di Martino è desiderato al telefono”, primo spettacolo della stagione di Fabbricateatro, tratto da un racconto di Antonio Tabucchi, adattato e diretto – con mano felice -da Elio Gimbo.

Un particolare dello spettacolo (Foto Gianni Nicotra)

Dopo aver proposto lo scorso anno il primo dei “Dialoghi mancati” di Antonio Tabucchi (“Alla fine del tempo”), il regista Elio Gimbo ha voluto chiudere quest’anno il cerchio mettendo in scena il secondo dei “Dialoghi”, ovvero “Il Dottor Di Martino è desiderato al telefono”, richiamando – con una intrigante ed asettica scenografia (la stanza di un manicomio), dei coloratissimi costumi, delle straordinarie canzoni dal vivo e delle bizzarre interpretazioni di tre artisti di strada ed uno stralunato paziente spettatore – le atmosfere surreali dell’incomunicabilità, il dialogo mancato,  l’assenza dei Maestri, le domande profonde dell’attore sulla funzione del teatro e la condizione esistenziale dell’uomo che, tra una maschera e un ruolo, finisce per smarrire la sua identità, il senso della vita.

In scena, con dei coloratissimi costumi, un attore/attrice sospeso tra solitudine e l’alienazione (Sabrina Tellico), un musicista cieco (Salvatore Pappalardo), la cantante muta (Cinzia Caminiti) ed il paziente/spettatore in pantofole e pigiama a righe (Daniele Scalia) che segue, asseconda, le varie performances recitative, musicali e cantate dei tre artisti.

Salvatore Pappalardo, Cinzia Caminiti e Sabrina Tellico (Ph. Gianni Nicotra)

La pièce, della durata di circa 60’, si apre con la presenza di un uomo immobile davanti al pubblico e che poi si siede nella stanza di un ospedale psichiatrico. Entra poi una squinternata compagnia di saltimbanchi formata da un attore/attrice, una cantante muta ed un musicista cieco. Dopo alcune esibizioni circensi, canore e musicali, interrotte dai tentativi di comunicazione e scambio tra il paziente in pigiama e l’attore/attrice, è quest’ultimo che inizia a raccontarsi, cercando risposte a temi quali la vita, la poesia, l’amore, il dialogo con i maestri ed emerge il desiderio, urgente, impetuoso, di mettersi in contatto con il Maestro mai conosciuto, ovvero Giuseppe Di Martino, il regista e sceneggiatore teatrale cinematografico e televisivo scomparso nel ‘94, figura di riferimento per tantissimi teatranti, registi, attori di allora e di oggi. Tra performances, balletti, canzoni, il desiderio della telefonata a Di Martino, lo struggente desiderio e delicato dialogo “mancato” si chiude con le parole, sussurrate nel finale dai protagonisti: “Arrivederci maestro…Arrivederci mia cara. Ci rivedremo certamente dopo”. L’intenso e poetico atto unico si chiude con il canto ammaliante di Cinzia Caminiti e con la pioggia di petali rossi, elemento questo che si collega al precedente dialogo di Tabucchi (“Alla fine del tempo”) proposto lo scorso anno ed incentrato su un dialogo mancato, impossibile, tra un uomo ed il fratello morto.

Locandina “Il dott. Di Martino è desiderato al telefono”

Uno spettacolo, “Il Dottor Di Martino è desiderato al telefono”, simbolo del lavoro compiuto da Fabbricateatro, un gruppo – isola felice in uno spazio magico, che cerca ogni volta di proporre, con pochi mezzi e con tanta professionalità ed impegno, un teatro di qualità che viviseziona, analizza, rilegge – con acume ed intelligenza – un testo, cercandone i significati più reconditi, alla luce dei nostri giorni.

Spettacolo surreale, poetico dove i quattro interpreti, cantanti e musicisti si disimpegnano con grande capacità: Sabrina Tellico è la poderosa attrice/attore, Cinzia Caminiti la cantante muta dalla straordinaria voce, Salvatore Pappalardo il sorridente musicista cieco, Daniele Scalia il surreale paziente-spettatore del manicomio. La regia è scorrevole grazie alle visioni grottesche e le rimembranze di Elio Gimbo, straordinarie le canzoni originali eseguite dal vivo da Cinzia Caminiti (“Cantu di Matinata”, “L’amuri”, “Tutti dormunu e jù no” -Ninna nanna-, “U sautavancu”, “Vurria di lu to sangu cinqu stizzi” – popolare) che non finisce mai di stupire con la sua voce che è autentico spettacolo nello spettacolo. I brani della Caminiti sono accompagnati con abilità, alla chitarra e al mandolino, da Salvatore Pappalardo.

L’impianto scenografico è di Bernardo Perrone, le luci sono di Simone Raimondo, la produzione è della Compagnia Fabbricateatro. Così come l’anno scorso, con “Alla fine del tempo”, anche stavolta il pubblico della Sala Di Martino ha applaudito lungamente interpreti e regista, gradendo, apprezzando, un lavoro profondo e di notevole spessore culturale che completa così i due racconti di Antonio Tabucchi (“I Dialoghi mancati”).

Marisa Stancanelli


Scheda

“Il Dottor Di Martino è desiderato al telefono”

Da un racconto di Antonio Tabucchi

Drammaturgia e regia di Elio Gimbo

Con Sabrina Tellico, Cinzia Caminiti, Daniele Scalia, Salvatore Pappalardo

Musiche originali e costumi di Cinzia Caminiti

Scenografia Bernardo Perrone

Luci Simone Raimondo

Produzione Compagnia Fabbricateatro

Foto: Gianni Nicotra – Ufficio Stampa Fabbricateatro

Alla Sala “Giuseppe Di Martino” di Catania fino al 25 Novembre 2018

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