Intervista con...

Li ho incontrati quasi per caso, a Catania, durante la presentazione della nuova attività didattica e teatrale di una associazione catanese (“La Casa di Creta”) e sono rimasto molto impressionato dalla loro singolarità e professionalità, concentrata  e sorretta da una estrema umiltà e simpatia, racchiusa in un duo musicale dal nome particolare “L’ArmA”. I due componenti del duo sono la cantante Teresa Raneri, occhi vispi, capelli rossicci e tanta grinta e Fred Casadei, contrabbassista eclettico e schivo. Li ho osservati ed ascoltati, cercando poi di conoscerli meglio, costruendo così una sorta di profilo del Duo e dei singoli artisti nel mare magnum dei cantanti e musicisti che operano a Catania ed in Sicilia.

Teresa Raneri e Fred Casadei – nel nostro incontro – hanno parlato della loro formazione, di loro stessi, dei loro gusti, della situazione musicale a Catania e soprattutto della loro vita extramusicale e dei loro progetti. Ecco come si presentano alla curiosità degli attenti visitatori e lettori di “Cronaca Oggi Quotidiano”.

Il duo “L’ArmA”

Perché il vostro duo si chiama L’ArmA?

Teresa: Effettivamente è stata un’idea di Fred. Ha una fantasia e un’inventiva molto fervide. Fondamentalmente proviene dal siciliano l’arma, (l’anima) e rispecchia ciò che per noi è effettivamente la musica: la voce dell’anima”.

Fred: “Perchè è la musica che viene dalla nostra, di anima. Non scegliamo mai un brano in base al genere, non ci interessa questo tipo di discorso. La musica che produciamo è esattamente quello che sentiamo in quello specifico momento o periodo e tutto parte dall’anima, dal percepire cosa ci fa stare bene, suonando insieme, condividendo energie molto simili”.

I vostri inizi e come è nato l’amore per la musica…

Teresa: “La musica è sempre stata presente nella mia vita. Non provengo da famiglia di musicisti, ma comunque l’arte è sempre stata una predisposizione in comune tra molti componenti vicini e lontani della famiglia. Sin da piccolissima deliziavo parenti e compagni di scuola con le mie performance canore. Ad un anno di età già il balcone di casa era il mio palcoscenico. Quindi, come dire, ormai il marchio di fabbrica si era capito da allora”.

Fred: “Personalmente ho avuto a che fare con la musica ancora prima che nascessi, mio padre è musicista. Una volta nato, qualche anno dopo ho cominciato a studiare pianoforte, più tardi la batteria e infine l’amore della mia vita, il contrabbasso”.

Teresa e Fred

La voce o lo strumento musicale. In particolare cosa vi donano il canto e la musica?

Teresa: “Dico sempre che la musica è mia croce e delizia, compagna di vita esigente che toglie e vuole molto, ma ricambia con il centuplo. È una fede, una ragione di vita… ti parte dal profondo, dalle viscere e nonostante tutte le difficoltà che un musicista nel nostro ambiente deve quotidianamente affrontare, non si riesce mai a tornare a casa la sera (o persino la mattina) senza pensare di essere a posto verso se stessi e la propria coscienza, perché finisci la giornata sentendoti pieno e ricco e credi veramente, con soddisfazione, che non c’è altro che tu avessi potuto fare in più durante quelle 24 ore”.

Fred: Ogni forma d’arte è un dono che riceviamo. La musica, come la pittura o la fotografia è lo strumento attraverso la quale riusciamo ad essere noi stessi, ovviamente quando queste sono proposte con l’assoluta onestà intellettuale. E’ una fortuna avere la sensibilità tale da cogliere questi doni”.

Entrambi da docenti, come vi approcciate ai ragazzi in un periodo  in cui smartphone e social la fanno da padroni? Che sensibilità musicale riscontrate nei giovani?

Teresa: “È sempre fondamentale cercare di stimolare i ragazzi, dare loro degli input e stimoli nuovi in un’epoca dove un abuso di tecnologia non permette spesso di alimentare la curiosità e la creatività. È sempre più raro, per quanto riguarda lo strumento voce, trovare qualcuno che non si faccia abbagliare dai talent ed interfacciarsi con chi veramente voglia fare il musicista. Io cerco di spronare e aprire canali e finestre nuove su un paesaggio da scoprire. Quando noti che l’allievo ci prende gusto ed ha quel guizzo negli occhi, sei davvero felice di poter dare ancora di più”.

Fred: Credo che la sensibilità dei ragazzi di oggi non sia diversa dalle generazioni precedenti. Oggi hanno “distrazioni” diverse, in alcuni casi anche potenzialmente pericolose, ma quando si parla di musica tutto si azzera e l’arte torna a parlare il suo innato linguaggio universale. Spesso dico che basta semplicemente mostrare loro la bellezza, portarli a conoscere mondi diversi, stimolare la loro curiosità, la loro creatività e, ti assicuro, ce ne sono molti che, potenzialmente, possono fare molta strada”.

In concerto…

Quale può essere il futuro del jazz o della musica in genere? Verso quali forme o metamorfosi va la musica ed il lavoro dei musicisti o dei cantanti?

Teresa: “Non dividere in categorie separate cantanti e musicisti. Dico sempre che il cantante è anch’egli un musicista, l’unica differenza è che ha lo strumento dentro di se. Punto sempre su questo, perché in passato i cantanti sono sempre stati considerati una categoria a parte, certamente per la non preparazione e negligenza degli stessi. Per me non è un cantante chi non si approccia da musicista in toto. Essere cantanti è certamente molto difficile soprattutto se consideriamo la capacità di sviluppare il proprio orecchio relativo e riuscire davvero a realizzare, ad esempio, delle improvvisazioni interessanti all’altezza dei sempre detti musicisti. Per ciò che però riguarda l’evoluzione della musica direi che ha certamente molto peso l’utilizzo della tecnologia e dei social che permettono persino delle collaborazioni tra musicisti da ogni parte del mondo semplicemente restando ognuno a casa propria.

Oggi la parola emblema è contaminazione e credo che L’ArmA ne sia in parte espressione, perché non possiamo definirci strettamente jazz, né pop, né molto altro. Prendiamo spunto dalla nostra estrazione ed esperienza individuale mischiando il tutto con un approccio molto estemporaneo e diverso ogni volta, seppur lo scheletro degli arrangiamenti rimanga sempre bene o male lo stesso. Tutto ciò anche perché buona parte del nostro repertorio attinge dal rock, pop, manouche, popolare e rende il tutto molto (passami il termine) “kaleidoscopico” e contaminato. Se ci pensi bene noi ci descriviamo come un duo che mette al centro la forma canzone al di là dei generi e delle etichette”.

Pronti a suonare e cantare…

Fred: “La musica, da sempre, è in continua evoluzione, non solo nel jazz, basta guardare il pop, il rock degli ultimi 50 anni. Quello che più mi spiace osservare è che, sempre più raramente, ci sono artisti, musicisti, che ricercano, che sperimentano. E non intendo solamente come “gesto” musicale..ma parlo di ricerca della propria voce, seguire la propria creatività, diciamo che spesso si incontra un appiattimento della proposta musicale e, tornando al jazz, ad esempio, non sarebbero mai esistiti i vari Miles Davis, Ornette Coleman, John Coltrane, Mingus..se essi stessi non avessero rotto le regole di quegli anni, non avessero dato la voce al proprio io. Il lavoro del musicista non so dove possa andare, quello che so è che il musicista resta tale anche se, a un certo punto della sua vita, per vivere, va a lavorare la terra”.

Cosa provate ogni volta che vi esibite davanti al pubblico?

Teresa: “Dipende anche dal contesto. Soprattutto per la nostra tipologia è certamente più godibile per noi un ambiente predisposto totalmente al puro ascolto, ma è veramente soddisfacente quando siamo in contesti anche più “caciaroni” e la gente viene attratta da noi, persino osservando un quasi religioso silenzio quando suoniamo alcuni brani. È lì che pensi di aver fatto centro, perché hai toccato non solo i timpani, ma anche l’anima delle persone. È comunque sempre diverso, nuovo e divertente, soprattutto quando il pubblico è anche disposto a interagire”.

Fred: In ogni caso o situazione avviene un importante scambio di energie, tra noi che suoniamo e coloro che ascoltano, persino da persone a cui non importa nulla che c’è musica in quel momento. Perchè comunque, anche in casi limite, si innescano altri meccanismi che fanno si che quando suoniamo riusciamo a condividere bei momenti”.

Simpatia, grinta, semplicità e professionalità…

La situazione musicale a Catania. Quali opportunità ci sono per i tanti giovani musicisti che si vogliono cimentare da soli o in gruppo?

Teresa: “Diciamo che Catania non è più quella di una volta anche rispetto all’anno scorso. Non è più così semplice trovare posti che siano disposti a fare live di una certa qualità. Ultimamente le cover e tribute band stanno facendo da padrone, ma perché erroneamente spesso i gestori credono che il musicista debba riempire i locali e quindi è come se si confondesse la sua figura anche con quella di un PR. C’è molto da dare da parte di noi musicisti, ma l’ambiente ci induce spesso ad un appiattimento e ad un relegare la creatività alle quattro mura di una sala prove o, nella peggiore delle ipotesi, di casa propria. Io non la vedo molto bene, a parte qualche piccolissima realtà che con fatica cerca di creare movimento e che magari pian piano sta riuscendo a creare dei piccoli circoli virtuosi”.

Nel campo musicale oggi è più importante il titolo e la teoria, la pratica (l’esperienza sul campo, le serate, il continuo suonare) oppure l’opportunità di avere gli agganci giusti ed al momento giusto?

Teresa: “Facciamo che in medio stat virtus. Anche se poi puoi essere pluriutitolato e non avere appeal davanti ad un pubblico, oppure non sapere nemmeno una sigla di accordo ed essere un musicista sensazionale. Purtroppo ormai vedo anche che in un’Italia dove istituzionalmente nei confronti della musica siamo sempre più obsoleti, qualsiasi tentativo di metterci alla pari dei colleghi internazionali si rivela quasi nullo e mi riferisco soprattutto ai tanti trienni che nascono nei nostri conservatori. Laurearsi in Jazz o in Pop purtroppo sembra lasciare il tempo che trova in un’Italia che permette di insegnare istituzionalmente a chi si diploma in strumento classico. È molto importante approfondire anche individualmente, confrontarsi, mettersi in gioco uscendo dalla propria zona di comfort e prendere parte alle varie clinic e workshop con musicisti di livello, ma fare però anche tanta tanta e tanta esperienza sul campo”.

Fred: “Direi tutte queste cose messe insieme, ma, per me, la cosa fondamentale è la pratica, suonare, suonare, suonare”.

Ancora Fred e Teresa..

Nei vostri anni di attività in questo settore cosa ricordate in particolare? Un brano, un volto, un momento, un personaggio, una delusione….

Teresa: “Ricordo il momento in cui onestamente è ricominciato tutto per me. Avevo totalmente abbandonato l’idea di fare musica nella mia vita. Poi però lei batte più forte e ti travolge. L’ho riacchiappata per non lasciarla più e non farmela togliere da nessuno. Difendo tutto questo con le unghie e con i denti”.

Fred: Potrei scrivere un libro a riguardo (anzi ti anticipo che ho timidamente iniziato), calcola che sono 26 anni che condivido le mie corde con tantissime persone. Forse la cosa che mi ha colpito di più, e ancora oggi mi tocca l’anima, è un tour che ho fatto tra Slovenia, Bosnia e Croazia, all’indomani della guerra nella allora Jugoslavia. Pur essendo rimasto colpito dall’aspetto esteriore della guerra ho ancora davanti a me gli occhi delle persone che mi raccontavano quella tragedia. Ma erano anche occhi pieni di vita. Commovente, tutt’oggi”.

Tralasciando per un attimo voce e strumento, chi sono nella vita di tutti i giorni Teresa e Fred: passioni, letture, passatempi ecc….

Teresa: “Di base io dico di essere una folle, anche se poi me lo hanno fatto capire prima gli altri. La follia quella bella, che ti fa uscire fuori dagli schemi. Sono un’appassionata di lingue straniere e di viaggi. Può capitare che all’improvviso mi senti dire che ho prenotato un volo per una destinazione x e che partirò a breve. Mi riprometto sempre di completare libri lasciati a metà”.

Fred: Fred è un amante delle cose semplici, al di la della mia passione per la fotografia, mi piace godere della “mia” Sicilia, in tutte le sue sfaccettature, i paesaggi, il suo cielo, le persone e i loro racconti. E sono fortunato a condividerle con la mia compagna che mi supporta in ogni cosa e mi dona tanto amore”.

“L’ArmA” al Castello Ursino di Catania

In quale momento uscite dal ruolo di cantante/musicista ed entrate nei panni di Teresa e Fred…

Teresa: “Diciamo che ce l’hai sulla pelle. Essere Teresa musicista è essere me stessa nella mia vera essenza, non posso uscire mai da questo ruolo… da quello che realmente sono nuda e cruda. Diciamo che essere musicista implica un modo di vedere e gestire la vita tutto suo, molto particolare e certamente difficile da comprendere da parte di chi non fa questo mestiere e non vive la musica in un modo viscerale”.

Fred: Personalmente non è un ruolo, è la mia stessa essenza. In alcuni momenti concentro di più lo sguardo sulla musica in se, in altri momenti faccio altro. Ma l’essenza resta. Non puoi chiedere ad un ape di smettere di essere un ape..e non per questo si occupa solo di miele”.

Cosa avreste fatto nella vostra vita senza la passione per la musica e il canto?

Teresa: “Probabilmente girerei per il mondo sfruttando la mia laurea in Economia e gestione dei servizi turistici, oppure avrei voluto fare l’interprete”.

Fred: Qualsiasi altra cosa mettendoci tutta la passione possibile, che sia una lampadina o pomodori”.

La campagna di crowdfunding

Progetti futuri e sogni nel cassetto come L’Arma e singolarmente…

Teresa: “Stiamo cercando di rendere concreto il desiderio di fare un disco con brani già presenti nel nostro repertorio live e qualche inedito. Abbiamo indetto una campagna di crowdfunding tramite Musicraiser.com, un sistema che permette ad artisti, o chiunque abbia un’idea da realizzare, di indire una campagna di raccolta fondi per raggiungere un obiettivo economico che permetta la realizzazione concreta di un progetto. Abbiamo appurato che è uno strumento molto diffuso anche tra i colleghi musicisti e abbiamo deciso di provarci anche noi. Il 21 gennaio scorso abbiamo attivato la nostra campagna dal nome “L’ArmA – Una voce ed un contrabbasso”. Chiunque può dare il proprio supporto, i nostri followers o chiunque creda nel nostro progetto. Ci sono varie possibilità di partecipare in base alla propria disponibilità economica e ogni partecipante avrà diritto a delle ricompense che, oltre al riconoscimento per iscritto nel nostro disco, vanno dal download gratuito in formato digitale del nostro lavoro ultimato alla ricezione dell’album, t-shirt, c’è persino la possibilità di avere un home concert o un concerto nel proprio locale.

La campagna ha una durata di 60 giorni in totale e scadrà intorno al 18 Marzo prossimo. Per chiunque volesse sostenerci, il link a cui partecipare è questo: https://www.musicraiser.com/it/projects/13809

Fred: “Abbiamo da poco lanciato una campagna di crowdfunding per la realizzazione del nostro primo disco che conterrà, oltre a brani che già suoniamo, anche alcuni brani originali. E’ un lavoro in cui crediamo profondamente e stiamo spendendo parecchie energie perché il tutto si realizzi. Personalmente sto preparando il nuovo solo di contrabbasso che in realtà è uno sviluppo naturale del disco precedente, dedicato alla Sicilia attraverso le opere di Rosa Balistreri. Uscirà, credo prima dell’estate”.

Buon lavoro e buon viaggio musicale Teresa e Fred, sono e siamo già in attesa del vostro primo album, il primo disco de “L’ArmA”.

Video L’ArmA

 

Chi sono Teresa Raneri e Fred Casadei (“L’ArmA”)

Teresa Raneri

Teresa Raneri

Nata a Catania nel 1985, cantante, docente di Canto leggero e Jazz. Laureata con lode in Canto Jazz presso l’Istituto Musicale “V. Bellini” di Catania, presentando una tesi su “Anita Wardell e l’arte del vocalese”, continua il suo percorso di preparazione e approfondimento dell’improvvisazione vocale con il polistrumentista Bob Stoloff, docente del Berklee College of Music – Boston. Continua altresì ad approfondire lo studio della didattica vocale intraprendendo il corso di specializzazione per diventare Estill Master Trainer dell’ Estill Voicecraft, con Gabriella Scalise. Approfondisce i suoi studi prendendo parte a vari workshop con Norma Winstone, Barbara casini, Kurt Elling, Roger Treece, Roy Hargrove, Justin Robinson, Angelo Schiavi, Stefania Patanè, Aaron Goldberg. Il suo percorso e bagaglio musicale è molto vasto. Ha fatto parte, in qualità di corista, di tribute band ai Pink Floyd e formazioni di ska reggae e blues. Ha collaborato con Riccardo Samperi e Pierpaolo Latina nella produzione di album e singoli, in qualità di corista. Ha prestato la sua voce ad artisti come Nico Battaglia (2012 “Cielo dentro me” – album); Pablo Rabito (2013 “Lola Spritz” – singolo, “Lola Spritz” versione spagnola, “Il ritratto di Venere” – singolo, “La cura de Venus” – singolo); Caftua (2013 – “Cambio direzione” – album); Mario Venuti (2014 “Il tramonto dell’Occidente” – album); Jo M (2014 “Mondo Morbido”- singolo; “Vita vera” – singolo); Merce Fresca (2016 “Oggi domani un concorso” – album); Murdah SRVC (2017 “Icarus” – singolo); Giuseppe Tomaselli “Ciauda” (2018 “La gente fa l’amor” – album). Leader di formazioni di musica brasiliana e jazz, ha anche portato la propria arte fuori dal continente europeo nel 2014 con una tournée a Baku, in Azerbaijan, con la Big Band HJO Orchestra. Per un lungo periodo la musica brasiliana ha esercitato una forte influenza nel suo percorso musicale, tanto da metter su una band di sei elementi, insieme ad Alessandro Spagna (percussionista e cantante dei Rumbaclave). Da sfogo al suo amore per la musica jazz insieme ai compagni di avventura Fred Casadei e Francesco Rubino. Un filo conduttore si cela tra le varie esperienze artistiche: la musica degli anni ’30 ’40 ’50. Il richiamo al retrò, al vintage… tutto questo ha inizio con la sua presenza nell’ultima formazione dei “The Acappella Swingers”, gruppo vocale, esponente di spicco del doo-wop tipico degli anni ’50, con i quali ha all’attivo vari concerti. È la cantante di spicco della formazione Retro’it Orchestra con Mario Pappalardo, Cristiano Giardini, Giuseppe Spampinato, Alessandro Spagna e, dulcis in fundo, è la voce della formazione gipsy jazz Compagnia Manouche, progetto che condivide con Fred Casadei, Francesco Rubino, Francesca Guccione, Davide Maiore. Ha suonato con: Pierpaolo Latina, Antonio Moscato, Donato Emma, Luca Galeano, Fred Casadei, Francesco Rubino, Mario Pappalardo, Francesco Cusa, Cristiano Giardini, Giuseppe Spampinato, Marcello Leanza, Giovanni Apa, Gabriele Agosta, Santi Romano, Alessandro Spagna, Franco Barresi, Filippo Dipietro, Alfredo Longo, Dario Greco, Federica Comis, Anthony Panebianco, Davide Guzzo, Manuela Mauro, Eusebio Getulio.

Fred Casadei

Fred Casadei

Nato a Roma nel 1970. Nel ’76 ha cominciato a studiare il pianoforte. Qualche anno più tardi, nel 1986, ha iniziato a suonare la batteria, passione enorme, fino al 1994 anno in cui ha scelto definitivamente il contrabbasso.Ha sviluppato il suo linguaggio musicale suonando con Stefano Maltese, Gioconda Cilio e Antonio Moncada. Ha lavorato nei più svariati organici, dalle grandi orchestre alle piccole formazioni. Nell’ intenso periodo di studio segue seminari di musicisti del calibro di Giorgio Gaslini, Franco De Andrea, Tony Oxley, Bruno Tommaso e Paolo Fresu.Ha tenuto concerti per l’ISMA (Istituto Siciliano di Musica Antica), suonando musiche di Bach, Vivaldi, Cafaro.I musicisti con i quali ha suonato sono molti ma vanno citati almeno Carlo Natoli, Marco Colonna, Claudio Giglio bands and orchestra, Gaetano Santoro, Pasquale Innarella, Gianni Gebbia, Cristina Zavalloni Open Quartet, Mluk, Roy Paci, Angelo Conto, Costanza Alegiani, Vittorio Villa, Simone Bosco, Amato Jazz Trio, Igor Sciavolino Mingus Changes, Stefano Giust, Michel Godard, Domenico Caliri, Francesco Branciamore, Francesco Cusa Skrunch, Fabrizio Puglisi, Maurizio Martuscello, Guglielmo Pagnozzi, Zu, Yves Robert, Angelo Olivieri, Silvia Bolognesi, Pasquale Mirra and altri. Collaborazioni fuori dall’ambito jazz con Vinicio Capossela, Teresa De Sio, Raiz, Intillimani, Alfio Antico, Roy Paci & Aretuska, Baustelle, Qbeta, Sciroccu, Mau Mau, Giorgio Conte, Boogie Googles, Devics, Macaco, Gnawa of Casablanca, Montefiori Cocktail, Banda Ionica, Arthur H, Voci Atroci, Bnet Houryat of Marrakech. Suona in alcuni dei più prestigiosi festival e rassegne europee come il”Turin Jazz Festival” jvc fest. Turin, “Jazz sous the pommiereses” Coutances (France), “Lowlands festival” Amsterdam Holland, “16° festivals internacional blues de Cerdanyola “Barcellona Spagna, “Sziget festival “Budapest Ungheria, “Goa boa” Genova, “Summerjam festival” Colony Germany, “Lazy 2001” omaggio a Ivan Graziani Teramo, “Premio Carosone” Napoli, “Premio Tenco”, “Sunsplash” Wiesen Austria, “Argelees sur mer” Argelees Francia, “Bordighera jazz and blues” Bordighera (SV) ecc. Partecipa inoltre a diversi programmi radiofonici e televisivi: “Stasera pago io” su Raiuno, “Supersonic” su Mtv, “40° Festivalbars “su Italia 1, “Radio Deejay”, “Interfrance 1e2” (France), “Radio 1″ (Belgium), Radio Popolare ( Milano ), ed in varie occasioni in Rai per Radio3 Suite e Radio2. Oltre che in Italia ha suonato in Ungheria, Spagna, Olanda, USA, Francia, Belgio, Croazia, Bosnia, Slovenia, Norvegia, Danimarca, Svezia, Germania, Svizzera, Austria, Macedonia. Ha registrato circa 40 dischi per case discografiche come Sony, Emi, Virgin, Warner tra le altre. Essendo una persona curiosa si interessa anche ad altre forme d’arte che lo hanno portato a collaborare, nel 1997 e ’98, con l’attrice Paola Pace a due spettacoli teatrali: Poesia e Andalusia basato su poesie e racconti di Garçia Lorca e Vincente Alexander, Motopsichica dedicato alla Beat Generation e ad autori come Kerouak e Ferlinghetti. Nel 2015 collabora con Area Teatro e Alessio Di Modica per lo spettacolo teatrale ” Storie di bambini che attraversano il mare”.Insieme a Roy Paci (Hajjaj) ha sonorizzato, in diverse città italiane, il film Tetsuo di Shinya Tsukamoto.Ha collaborato anche con Canecapovolto per le realizzazione di sonorizzazioni dal vivo di telefilm della serie “Ai confini della realtà”. Lavora nel 2000 con Antonella Ricci allo spettacolo “Strano frutto le ossa”. Realizza, insieme a Roy Paci e Lorenzo Ori, le musiche per Trebus, lavoro teatrale su Buster Keaton diretto da Oreste Valente debuttando al Fringe Festival di Edimburgo e, in Italia, a Porto Venere.

Video L’ArmA – Road to Ipanema

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