Con una più attuale diversificazione degli argomenti trattati e prendendo spunto dai testi sacri del teatro dell’assurdo, quali “Delirio a due” e “La Cantatrice Calva”, del drammaturgo rumeno Eugène Ionesco, il regista Nicola Alberto Orofino, per Mezzaria Teatro in collaborazione con Senza Misura Teatro, ha proposto lo scorso fine settimana al Piccolo Teatro della Città di Catania, nell’ambito della stagione “Nuovoteatro” curata dal Teatro della Città, la pièce “Delirio” che ha visto in scena Alice Ferlito e Francesco Bernava.

Alice Ferlito e Francesco Bernava
Nell’atto unico, in circa 60’, le difficoltà di comunicazione di una coppia di attori, il compassato Francesco e la nevrotica Alice, che in attesa di iniziare il loro spettacolo si consumano in interrogativi, in spregiudicate analisi della loro relazione, si rinfacciano i lati negativi dei loro caratteri, iniziano ed interrompono la loro performance muovendosi in un vuoto ed essenziale impianto scenografico (un grande lenzuolo, un’asciugamani come finestra, dei palloncini neri a mo’ di mine vaganti, esplosioni colorate, due cappelli scuri con coccarda ed una statuina di Padre Pio) curato – assieme a luci e costumi – da Vincenzo La Mendola. Assistente alla regia è Gabriella Caltabiano, l’organizzazione è di Filippo Trepepi.
I due protagonisti in scena, dopo l’iniziale dialogo di Alice con il pubblico in attesa di Francesco, analizzano con dei dialoghi surreali e senza senso, la funzione del loro rapporto, dell’attore, dello spettacolo, riflettendo su aspetti irrisori tipo la similitudine tra una tartaruga ed una lumaca, evidenziando una chiara difficoltà di comunicazione, disarticolando la parola, frammentando ogni situazione, ogni gesto, sino ad arrivare ad un atteggiamento di paura, di difesa da ciò che sta accadendo fuori dal teatro, fuori dalla loro relazione e dal loro dialogo delirante ed assurdo.
Alice e Francesco, attori confusi e insoddisfatti, condividendo la quotidianità, vivono una situazione di solitudine, ognuno in un suo mondo impenetrabile, dove riaffiora un passato rifiutato (il marito, la moglie, le vecchie abitudini) che, però, nel ricordo risulta migliore di un presente banale, privo di certezze e dove il linguaggio, non è più strumento di comunicazione, ma ostacolo insormontabile.

Una scena
Alice Ferlito (Alice) e Francesco Bernava (Francesco), con una interpretazione straniata, guidati dalla saggia e lineare regia di Nicola Alberto Orofino, sono estremamente convincenti, naturali, nel trasmettere al pubblico le tematiche del teatro dell’assurdo tanto care a Ionesco e la loro insoddisfazione li vede poi nel finale schiacciati dai suoni e dai botti improvvisi di un misterioso conflitto esterno, simbolo di un conflitto di una coppia, di due attori che, insieme, naufragano nella disperata lotta per la sopravvivenza, nel vuoto quotidiano di una falsa ed effimera comunicazione virtuale.
Azzeccata la scelta musicale per lo spettacolo e gradito soprattutto l’indimenticabile brano finale, “A mano a mano”, cantato da Rino Gaetano.
Pièce singolare, che ridà smalto al sempre attuale Ionesco, regia di Orofino come sempre impeccabile e con le solite intuizioni, con due interpreti come Alice Ferlito e Francesco Bernava che contribuiscono alla riuscita di uno spettacolo alla fine gradito ed applaudito dal pubblico che si ritrova catapultato in pieno teatro dell’assurdo e, quindi, pensandoci bene, per nulla lontano dalla realtà di tutti i giorni.

I due protagonisti (Ph. Dino Stornello)
Scheda
Delirio
tratto da “Delirio a due” e “La Cantatrice Calva” di E. Ionesco
con Alice Ferlito e Francesco Bernava
Adattamento e Regia di Nicola Alberto Orofino
Scenografia, costumi e disegno luci di Vincenzo La Mendola
Assistente alla regia: Gabriella Caltabiano
Organizzazione: Filippo Trepepi
Stagione Nuovoteatro – Teatro della Città – Piccolo Teatro – Catania – 4 e 5 Maggio 2019
Brano finale di Rino Gaetano – “A Mano a Mano”