Catania News

La Polizia di Stato di Catania, su delega della Procura distrettuale della Repubblica di Catania, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 40 soggetti, 30 dei quali tradotti in carcere e 10 agli arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Catania, per i delitti di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo marjuana e cocaina, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante – per alcuni di essi –  di cui all’art. 416 bis.1 c.p. per avere commesso il fatto con la finalità di agevolare l’associazione mafiosa Cappello – Bonaccorsi.

L’indagine, avviata nel gennaio del 2017 dalla Squadra Mobile di Catania e coordinata dalla Procura Distrettuale, ha consentito di acquisire significativi elementi di colpevolezza a carico di due gruppi mafiosi, operanti nel centro cittadino e particolarmente attivi nel traffico di sostanze stupefacenti attraverso il controllo, continuativo e permanente, di un intero quartiere del capoluogo etneo. Infatti l’attività investigativa, supportata da presidi tecnici, ha dimostrato l’esistenza, nel rione popolare di San Berillo Nuovo, di due distinte “piazze di spaccio” di sostanze stupefacenti (trafficanti in cocaina e marijuana), a breve distanza l’una dall’altra, la prima di esse (quella ubicata in Corso Indipendenza – Angolo via La Marmora) gestita dal gruppo mafioso organicamente riconducibile al clan mafioso Cappello – Bonaccorsi, con a capo Lorenzo Christian Monaco, ovvero colui che aveva ricevuto da Salvatore Bonaccorsi,  figlio di Concetto Bonaccorsi ed esponente apicale dei “Carateddi” (oggi entrambi collaboratori di giustizia), l’investitura per gestire l’anzidetta proficua attività nel complesso, preoccupandosi anche di definire i confini con gli altri gruppi mafiosi operanti sul territorio. La seconda, invece, operativa in zona limitrofa alla prima e precisamente in via San Leone, è gestita da diversi soggetti riconducibili – per la loro storia pregressa – al clan dei “Cursoti Milanesi”.

Il confine tra le due piazze – dopo aspri dissidi che avevano visto alcuni soggetti vicini al clan dei “Cursoti Milanesi” percorrere armati le vie pubbliche della città per contrastare i rivali –  veniva contrassegnato dall’apposizione di due distinte bandiere, quella degli Stati Uniti d’America per il clan dei Cappello-Bonaccorsi, quella del Milan per il clan dei Cursoti-Milanesi. Infatti, nel gennaio del 2017, equipaggi del locale U.P.G.S.P. avevano proceduto all’arresto in flagranza a carico di alcuni pregiudicati, sodali a Rosario Pitarà inteso “Sarettu u furasteri”, storico esponente di rango apicale del clan mafioso dei Cursoti Milanesi, in possesso di numerose armi da guerra e armi da fuoco clandestine, in procinto di compiere un’azione di carattere dimostrativo contro il clan rivale.

Nel corso dell’attività d’indagine sono stati acquisiti elementi consolidati in ordine alle capacità dei due gruppi mafiosi di imporre il loro controllo sul territorio tramite un articolato sistema di pusher, vedette e custodi della sostanza stupefacente che garantivano la gestione, prolungata e continuativa, delle due sopra menzionate piazze di spaccio e ciò nonostante alcuni interventi delle Forze dell’Ordine che eseguivano alcuni arresti dei sodali. L’operazione, denominata “Tricolore”, intende riaffermare la presenza delle istituzioni all’interno di aree cittadine, trasformate in mercati della droga a cielo aperto, e difese dai gruppi mafiosi anche attraverso l’uso di armi.

Il connotato di stampo mafioso del sodalizio criminale è confermato dal contesto investigativo di riferimento da cui si è appreso che i proventi dello spaccio non solo sono destinati all’autofinanziamento della consorteria criminale ma anche al mantenimento dei sodali in carcere, secondo noti e consolidati “clichè” che impongono ai soggetti non raggiunti da misure restrittive di contribuire al sostentamento dei sodali, soprattutto di quelli aventi un ruolo apicale.

Va peraltro rilevato che la capillare e articolata attività captativa avviata nell’ambito dell’indagine ha consentito di individuare non solo i fornitori delle piazze di spaccio, legati alla criminalità organizzata campana, ma anche di risalire a soggetti che sin da subito sono apparsi coinvolti nel favoreggiamento della latitanza di Concetto Bonaccorsi, storico boss, unitamente al fratello Ignazio, dell’omonima famiglia, detta dei “Carateddi”, alleata con il clan Cappello. L’accurato monitoraggio telefonico e l’osservazione diretta dei movimenti di tali soggetti, orbitanti in provincia di Pistoia, sono sfociati nell’aprile del 2017 nell’individuazione dell’abitazione in cui il Bonaccorsi si era rifugiato, consentendone l’arresto dopo una latitanza protrattasi dal settembre del 2016.

Sono stati arrestati: BONACCORSI Concetto (classe ’86), BUA Roberto Pietro (classe 1996), CAMPAGNA Giuseppe (classe 1959), CARUSO Gianluca (classe 1992), D’AMBRA Salvatore( classe 1982), D’ORTA Germain Severio (classe 1996), FUSELLI Orazio (classe 1983), GANGEMI Maria Barbara (classe 1977), GIUFFRIDA Biagio Andrea (classe 1992), GUARDO Sebastian (classe 1996), GULISANO Massimo (classe 1970), LA PLACA Giuseppe (classe1979), LICCIARDELLO Giuseppe (classe1998), LINGUANTI Samuel Giovanni (classe 1991), MONACO Lorenzo Cristian (classe1988), PALMA Marco (classe 1995), PERCIABOSCO Edoardo (classe1990), PERGOLIZZI Damiano (classe 1999), PINTILE Iulian Marian (classe 1995), PIRRELLO Antonio Graziano (classe 1990), PITARA’ Giuseppe (classe 1983),PITERA’ Antonio (classe 1984),PITERA’ Gabriele Giuseppe (classe 1982),PITERA’ Matteo (classe 1956), RUSCICA Giuseppe (classe 1976),RUSSO Alessandro (classe 1979), SANGIORGIO Giovanni Ivan (classe 1991), SANTAGATI Giuseppe (classe 1992), SANTAGATI Marco Andrea (classe 1996), SCALIA Alessandro (classe1978), SCARDACI Pio Giuseppe (classe 1986), SCIUTO Gianluca (classe 1986), SCUTO Giordano (classe 1995), SICALI Mario (classe 1995), SIRIANO Alfio (classe 1994),SPAMPINATO Gaetano (classe 1990), STRAZZANTI Salvatore (classe 1977), TORRISI Ivan (classe 1987), VIRRUSO Alessia (classe 1986), ZITO Rosario (classe 1980) ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico, detenzione e vendita di sostanze stupefacenti, nonché detenzione ai fini di spaccio delle medesime, con l’aggravante di aver commesso i fatti al fine di agevolare le associazioni mafiose “clan Cappello-Bonaccorsi e Cursoti Milanesi” ed avvalendosi delle condizioni di cui all’art.416 bis 1 c.p.

Un’altra persona colpita dalla medesima misura è stata rintracciata nella mattinata odierna mentre altre 3 risultano irreperibili, perché già all’estero e attivamente ricercati. I particolari dell’operazione sono stati illustrati stamattina dal Procuratore Distrettuale della Repubblica Carmelo Zuccaro nel corso di una conferenza stampa negli uffici della Procura della Repubblica di Catania in viale XX Settembre. Presente anche il Questore etneo Mario Della Cioppa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post