Corrado Passera ha ipotizzato l’esistenza di una bolla speculativa sugli ETF. Ci sono davvero motivi di preoccupazione o l’esperto parla perché deve difendere gli interessi del sistema bancario di cui fa parte?
Cos’è una bolla speculativa
I mercati finanziari sono fatti di persone. E le persone agiscono in modo irrazionale. In modo particolare, quando si tratta di investimenti, gli individui commettono una serie di errori sistematici che li portano a comprare a prezzi sempre troppo alti.
Le bolle speculative sono situazioni paradossali in cui i prezzi delle attività finanziarie non riflettono i fondamentali economici sottostanti. In particolare la salita delle borse attira l’attenzione di nuovi investitori che, abbagliati dalla prospettiva di un arricchimento facile, comprano a loro volta. Ma il loro investimento gonfia ulteriormente i prezzi, dando il via ad una danza infernale che poterà gli ultimi entrati a schiantarsi a terra.
Resteranno esclusi coloro che “sanno” quello che fanno, grazie ad una formazione accurata .
ETF e bolle
Se è possibile che una bolla speculativa colpisca il mercato azionario, è impossibile che la stessa coinvolga gli ETF. È utile ricordare, infatti, che questi ultimi sono veicoli di investimento che permettono alle persone di acquistare azioni in modo semplice ed economico.
La loro quotazione, in altre parole, dipende soltanto dal sottostante. Se questo cresce, cresce anche il valore degli ETF, in caso contrario una discesa dei listini farà scendere i prezzi degli ETF. In breve questi ultimi subiscono l’evoluzione del mercato, ma non lo creano.
I legami “veri” tra ETF e bolle
La domanda crescente di azioni da parte degli investitori alimenta le bolle speculative. Questo è vero. Ed è vero che gli ETF assecondano il fenomeno. Tuttavia non sono loro i diretti responsabili della crescita dei listini. Tanto più che una grossa fetta di acquisti deriva dai fondi azionari ai quali gli investitori hanno dato i propri soldi.
Il legame tra ETF e bolle speculative è quindi indiretto. È l’avidità degli investitori che gonfia le quotazioni di azioni. Sia che le stesse siano comprate direttamente o per il tramite di un fondo (attivo o passivo che sia).
I legami “falsi” tra ETF e bolle
La domanda di ETF non implica automaticamente la crescita dei prezzi. Un ETF altro non è che un portafoglio passivo, composto dagli stessi titoli che formano l’indice su cui il medesimo investe. Se i prezzi di un ETF fossero in bolla, ossia lontani dal valore del sottostante in cui essi investono, un meccanismo di mercato – noto come arbitraggio – riporterebbe le quotazioni al loro valore equo.
Infatti gli investitori professionali più evoluti si accorgerebbero della discrepanza e venderebbero gli ETF comprando il sottostante. Queste vendite generalizzate degli ETF ne allineerebbero le quotazioni al valore teorico, in corrispondenza del quale gli arbitraggi non sono più convenienti.
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In poche parole non è possibile che i prezzi degli ETF siano “in bolla”. Chi lo afferma non conosce la dinamica e il funzionamento del prodotto. Oppure ha un interesse particolare a denigrarli perché è più redditizio che il sistema bancario continui a proporre prodotti inefficienti ad alto costo.
Come evitare le bolle
A poco serve sapere che non c’è e non ci sarà mai una bolla sugli ETF, se poi gli investitori subiscono le bolle sui mercati sottostanti. Ecco, allora, alcune linee guida.
Le bolle sono rare
Contrariamente a ciò che si crede le bolle finanziarie si creano ogni 15 o 20 anni e non necessariamente sugli stessi mercati. Il fenomeno, inoltre, richiede che ci siano simultaneamente alcune condizioni:
- quotazioni palesemente elevate
- desiderio del pubblico di arricchirsi in fretta
- ottimismo verso il futuro.
Se si fa attenzione ai segnali premonitori è facile evitare di cadere nelle bolle.
Scegli un portafoglio non gli ETF
Quando si sceglie di investire è buona norma partire dal portafoglio, ossia dall’allocazione ritenuta ottimale. Poi, in secondo luogo, si farà corrispondere una certa “classe” di attivo (azioni Usa ad esempio), con il miglior ETF corrispondente.
Partire dalla scelta degli ETF, invece che dalla costruzione di un portafoglio equilibrato, è un grave errore che deve essere evitato ad ogni costo. Come? Ad esempio iscrivendosi gratuitamente al corso Welcome di A Scuole di Investimenti.
Giacomo Saver – CEO di Segretibancari.com

Giacomo Saver è lo pseudonimo di Daniele Cottino, ex bancario pentito della precedente carriera negli istituti tradizionali.
Stufo di sottostare a pressanti budget di vendita che ormai facevano i soli interessi del sistema, Giacomo ha lasciato il posto in banca per fondare il sito SegretiBancari.com.
Forte della sua laurea in Economia con il massimo dei voti e della sua ventennale esperienza sul campo ha insegnato in questi anni a migliaia di persone a investire in modo consapevole, semplice e indipendente.