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È fissato per sabato 24 aprile alle ore 11.00 il terzo evento del percorso che il Teatro Stabile di Catania dedica al centenario dalla nascita di Turi Ferro. A incontrare il pubblico sarà il figlio del grande artista siciliano, il regista Guglielmo Ferro, che terrà una lezione aperta e interattiva, per raccontare il metodo con cui il padre affrontava il testo e il lavoro teatrale. “Il dubbio per una perfezione impossibile” è il titolo dell’incontro che, viste le restrizioni attuali, si terrà sulla piattaforma Zoom: l’accesso sarà libero e gratuito, basterà registrarsi attraverso il sito del Teatro.

Il grande progetto “Turi Ferro, un artista siciliano. Celebrazioni nei 100 anni dalla nascita”, in collaborazione del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, della Fondazione Domenico Sanfilippo editore, dell’Istituto di Storia dello Spettacolo siciliano e della Fondazione Turi Ferro, si dispiega, secondo il programma stabilito. Dopo l’apertura della mostra “Turi Ferro e il Teatro Stabile. Storia di un amore”, curata da Sarah Zappulla Muscarà e Enzo Zappulla dell’Istituto di Storia dello Spettacolo siciliano, e dopo il seminario on line “Il gigante e il capocomico: tutte le maschere di Turi Ferro”, organizzato dal Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università degli Studi di Catania, in collaborazione con il CRAD, il Centro ricerche su attore e divismo dell’Università di Torino, è la volta di un workshop di grande interesse, in grado di fornire spunti nuovi e inediti sul metodo di lavoro dell’attore catanese.

Mostra Turi Ferro

Turi Ferro è stato spesso elogiato e descritto come un grande talento naturale, con un approccio istintivo al personaggio, tanto la verosimiglianza e la naturalezza del gesto e della parola rendevano le sue interpretazioni magistrali. Ma addentrandosi nello studio del metodo interpretativo adottato da Turi Ferro, è addirittura possibile rivisitare l’idea che i critici hanno nel tempo sostenuto: “Tra gli insegnamenti professionali che mio padre mi ha trasmesso, relativamente al lavoro sul palcoscenico, c’è quello di mettere in discussione sempre quello che si sta realizzando, come attore o come regista, senza mai accontentarsi”, afferma Guglielmo Ferro presentando la sua lezione.

L’attore, nel corso della sua carriera, ha affinato e fatto suo un metodo di studio dei personaggi. «Una tensione continua verso la perfezione, la sua», continua Guglielmo Ferro: “Una ricerca scevra da intenti polemici, ma acquisita come e vero e proprio strumento: cercare altre soluzioni e strade, alzare sempre il livello, indagare sempre di più le proprie capacità per giungere a una qualità interpretativa assoluta. Un metodo, quello di mio padre, che inevitabilmente ha creato molteplici stratificazioni, spesso segnate a margine nei copioni delle opere su cui stava lavorando: tappe di un lungo e scientifico percorso di avvicinamento e realizzazione del personaggio”. 

Partendo da alcune immagini storiche e da alcuni testi fondamentali a cui Turi Ferro ha dedicato anni di lavoro, prove e carriera, Guglielmo Ferro mostrerà come il sentimento che muoveva il lavoro del padre non fosse la certezza ma il dubbio, alla ricerca di una perfezione che non avrebbe mai potuto ottenere per il suo stesso essere perfezionista: “Questo approccio, a ben guardare, è un vero e proprio arricchimento. Un vero insegnamento, a noi che spesso ci accontentiamo di ciò che realizziamo: qualsiasi ruolo, qualsiasi testo, qualsiasi scena – anche quelle meglio riuscite – avrebbero potuto essere ancor meglio interpretate”.

“Quando dicevamo che il nostro progetto su Turi Ferro non rispondeva solo a intenzioni celebrative, ma a uno scopo più alto di divulgazione e condivisione della complessità artistica e della sua straordinaria attualità, intendevamo proprio questo”, commenta Laura Sicignano, direttore del Teatro Stabile: “Da questo punto di vista, siamo lieti che il figlio Guglielmo tenga questa lezione aperta. Lo siamo perché permette ai lavoratori dello spettacolo, al pubblico, ai più giovani, di venire in contatto con un grande attore che non finisce mai di insegnarci qualcosa. Per esempio che il teatro, la finzione teatrale, la produzione drammaturgica, chiama ciascuno in un sincero dialogo con se stessi, con i testi, con i personaggi. Mettendo in continua relazione le parole e il volto altrui con la propria esistenza. Che sono poi i cardini su cui si fonda la bellezza del processo di creazione teatrale”.

Nelle prossime settimane, prenderanno vita le altre iniziative in programma: la presentazione del volume Turi Ferro. Catania per Palcoscenico, a cura della Fondazione Domenico Sanfilippo editore e la proiezione di Turi Ferro. L’ultimo Prospero, documentario di Daniele Gonciaruk.  Mentre, non appena le disposizioni governative lo consentiranno, la mostra ospitata nel ridotto del Verga verrà nuovamente aperta al pubblico.

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