“Gela è uno dei centri più antichi della Sicilia. Nel secondo millennio a.C. la collina di Gela era abitata da popolazioni sicane. Intorno al 690 a.C. i greci di Rodi e di Creata, guidati da Antifemo ed Entimos, fondarono la nuova colonia che prese il nome dal fiume Gela, che divenne in breve una delle più potenti città della Sicilia. Nel 580 a.C. i coloni di Gela fondarono Agrigento. Successivamente Gela allargò la sua sfera di influenza a tutta la Sicilia orientale.
Il tiranno di Gela, Gelone, dopo aver vinto i Cartaginesi ad Imera nel 480 a.C. trasferì la capitale del suo dominio a Siracusa. Da questo momento iniziò la decadenza di gela, che venne distrutta nel 405 a.C. dai cartaginesi. Ripopolata dal tiranno Timoleonte di Siracusa nel IV secolo a.C. venne definitivamente distrutta dagli Agrigentini, guidati da Finzia, nel 282 a.C. Nel 1233, sotto Federico II, la collina fu ripopolata e la nuova città si chiamò Terranova, nome che venne sostituito da quello antico e glorioso di Gela nel 1927.”
Questa breve storia di Gela la troviamo in un blocco-appunti della Praoil del gruppo Agip Petroli che a Gela a partire dagli anni ’60 ha dato sogni e speranze alla popolazione locale con la realizzazione della raffineria al più alto grado di conversione, per quei tempi, in Europa impegnando una forza lavoro, diretta e indiretta, di circa 5000 unità.
Ora è tutta un’altra storia quella della città di Gela, con la fine di quel sogno che tanta ebbrezza di sviluppo aveva inculcato in tutti, nessuno escluso, e con problemi comuni a tutte le città del Sud di criminalità e disoccupazione alle stelle e giovani che vanno via. Ma si può e si deve ripartire, come una nave che salpa e comincia a prendere il largo, come è stato ricordato nel mese scorso a Gela dal sindaco Lucio Greco nell’ambito di un corso di formazione per giornalisti, promosso dal giornalista don Paolo Buttiglieri salesiano, su il “comunicare il fatto storico: la nave di Gela, tra sfide e prospettive nel presente”, prossimamente in programma a Catania e Gela.
Perchè la scoperta della nave, la più antica oggi nel mondo, di oltre 2500 anni, recuperata dopo oltre 30 anni dal suo ritrovamento nei fondali di sabbia nelle acque prospicenti Gela, è indubbiamente un fatto storico che può cambiare le sorti e dare prospettive di sviluppo alla città di Gela, che oggi si presenta come un laboratorio di futuro attraverso il felice connubio di bellezza tra territorio, preziosità uniche come appunto la nave e non solo, e l’imprenditoria locale che sta facendo passi avanti nell’accogliere i tanti turisti che cominciano a battere le strade periferiche di una Sicilia che sorprende sempre più.
Oltre 40 mila visitatori hanno fatto tappa a Gela, nel Bosco Littorio del Parco Archeologico di Gela, recentemente istituito dalla Regione Siciliana e che vanta ben 22 siti, per la mostra “Ulisse in Sicilia – I luoghi del mito” che, aperta il 22 luglio scorso è stata fortunatamente prorogata fino al 15 gennaio 2023.
Un’occasione da non perdere, dunque, la visita, che offrirà, oltre alle emozioni propriamente legate alla vista della nave con i suoi legni sottratti alle acque nel 1988 e sottoposti a un delicato restauro in un laboratorio specializzato londinese, di apprezzare le tante preziose antiche opere provenienti da importanti musei e quelle di fattura locale, come anfore e vasi e tantissimo altro ancora, legate al mito di Ulisse. Il tutto in un padiglione appositamente realizzato per la mostra, in attesa di un trasferimento ormai prossimo nel nuovo museo della nave.
Vincenzo Caruso