Sorprese, risate e divertimento al Teatro L’Istrione di Catania, diretto da Valerio Santi, in via Federico De Roberto 11, per il quarto appuntamento della stagione teatrale 2022/2023 “Aria nuova”. Lo scorso fine settimana infatti è stata messa in scena la commedia “Anfitrione” di Tito Maccio Plauto, nell’esilarante ed attualissimo adattamento di Camillo Sanguedolce e con la scorrevole regia di Filippo Brazzaventre.
La trama di “Anfitrione”, ancora oggi, mantiene il suo fascino e diverte il pubblico esaltando l’aspetto umano degli dei e lo smarrimento degli individui nei confronti dei capricci e giochi di potere degli stessi. Nei due atti della commedia degli equivoci e dell’incertezza, al centro di un beffardo gioco, troviamo Giove, chiamato Jupiter nell’adattamento di Camillo Sanguedolce che prende come riferimento la narrativa cinematografica hollywoodiana e ridisegna dèi ed eroi classici come supereroi da fumetti.
Jupiter, padre di tutti gli dei, si invaghisce della bella Alcmene e decide di prendere le sembianze del marito (Amphitryon), lontano da casa per una campagna militare e di sostituirsi a lui nel talamo nuziale, con l’aiuto del dio Mercury (Mercurio), che assume l’aspetto del servo Sosia. La vicenda si complica quando il vero Amphitryon rientra vittorioso dalla guerra e l’affascinante Alcmene, felice e sconcertata per il comportamento del marito, dà alla luce due gemelli. Sulla scena un vero e proprio gioco dei doppi, dell’ambiguità, dell’indecisione, infarcito di battute in inglese ed in dialetto che divertono il pubblico mentre alla fine solo Jupiter, l’artefice di tutto, può dipanare il gioco-inganno.
Funziona e diverte l’adattamento della commedia – vecchia di 2500 anni – operato da Camillo Sanguedolce che non tiene conto delle regole spazio-temporali e ridisegna personaggi e vicende collocandoli in un immaginario del tutto personale. Nello spettacolo appaiono delle vere e proprie maschere, non personaggi realistici, ma proiezioni grottesche della società, che rispecchiano vizi e vezzi del tempo. Tutti ben tratteggiati i personaggi, perfettamente adattati ai nostri tempi: l’Amphitryon -agghindato come un duro e bellicoso Rambo – di un sempre in forma Valerio Santi, il Mercury del camaleontico e padrone del ruolo Luca Iacono e il Jupiter, vanesio, egoista e che parla in inglese di Camillo Sanguedolce. Esilaranti l’Alcmene di Marina Puglisi, alle prese con follower e dirette, l’umano e accondiscendente Sosia di Filippo Brazzaventre, alle prese addirittura con due padroni e la serva Cettina-Alfio di Salvo Scuderi, sottoposta ai capricci, alle fisime, della smaniosa padrona.
Uno spettacolo lungamente applaudito alla fine dagli spettatori in sala, che regala una serata di assoluto divertimento, grazie ad una commedia ricca di spunti e di battute in dialetto che consentono, come specifica l’autore dell’adattamento, anche il recupero di espressioni tipiche sempre più desuete, consegnandoci nel finale un Anfitrione fuori dal tempo, generoso ed accogliente, che senza condizioni apre la sua casa e la sua borsa.