Il Palazzo della Cultura di Catania, dal 9 al 12 luglio, ha ospitato la produzione dello “Stabile” etneo, “La morte di Stalin”, tratto da “Gli zii di Sicilia” di Leonardo Sciascia, con l’insolita e movimentata trasposizione teatrale di Ninni Bruschetta che ha curato anche la regia e che inserisce la vicenda sciasciana – per avvicinarla di più ai nostri giorni – all’interno di un elegante talk show, luogo ideale per la spettacolarizzazione di ogni evento o fatto. Al centro della narrazione, sferzante e grottesca, troviamo Calogero Schirò, un calzolaio siciliano, comunista sfegatato, nello sperduto paesino di Regalpetra, intento a sognare uno Stalin che gli parla in napoletano e che gli annuncia di non essere ancora maturato il tempo per vincere le elezioni (siamo alla vigilia di quelle dell’aprile 1948). Schirò, pur idealizzando il suo Stalin, apprenderà poi di tutti gli errori commessi, le nefandezze, compiute dal suo idolo, dalla comunicazione che deve accogliere, comprendere, accettare o rifiutare.
Scene e costumi sono di Riccardo Cappello, luci di Gaetano la Mela, contributo video di Francesco Bruschetta, la produzione è del Teatro Stabile di Catania.
“La morte di Stalin” si sofferma sulla brutalità del potere e sulle dinamiche politiche che hanno segnato il ventesimo secolo e Sciascia, con il suo stile incisivo, offre una visione critica e ironica degli eventi, stimolando la riflessione e il dibattito. Lo spettacolo, grazie anche alla trasposizione intelligente, particolare e moderna di Ninni Bruschetta (che ricordiamo l’anno scorso – sempre per il Progetto Sciascia- ha presentato “Il mare colore del vino”), senza forzare il testo o tradire l’autore, risulta per il pubblico una piacevole occasione per confrontarsi con temi complessi e attuali, attraverso la lente della storia e della letteratura.
La pièce inizia e si svolge in una sorta di studio televisivo, si parte con un video con le immagini della guerra e della distruzione e poi sul noto brano anni Ottanta “Video killed the radio star” di The Buggles entrano in scena Antonio Alveario, Lydia Giordano, Luca Iacono, Manuela Ventura, Alessandro Romano.
La storia narra del povero e confuso Calogerò Schirò, del comunismo, della morte di Stalin e di personaggi e fatti legati alla storia del piccolo paese di Regalpetra e non solo. La narrazione di Sciascia, viene esplicitata nella dimensione luccicante, amplificata e con musica disco, del talk show con Luca Iacono e l’elegante giornalista/soubrette/intervistatrice Lydia Giordano nei panni degli animatori dello studio tv. A raccontare il suo sogno comunista ed a dipingere con ammirazione il suo Stalin, che definisce familiarmente “Zu Peppe”, ci pensa Antonio Alveario che convince nel ruolo di Calogero Schirò, mentre Manuela Ventura, in modo grottesco ed ironico, riveste i panni della comprensiva moglie di Schirò e quelli di uno Stalin particolare e con tanto di inflessione napoletana,. I ruoli del deputato accomodante e di un compaesano vengono affidati ad Alessandro Romano e Luca Iacono ben disegna la figura dell’arciprete di paese. Il finale vede tutti i personaggi in scena ballare con gli stessi movimenti a ritmo disco, come delle marionette che eseguono, sorridenti ed accomodanti, il loro numero.
Spettacolo variegato e raffinato quello del regista, scrittore ed attore messinese Ninni Bruschetta che incentra tutto sull’immaginazione e sul potere dei media, della tv che, spesso, con cinismo, raccontano la storia, le guerre – anche le più lontane – i personaggi, appiattendo e spettacolarizzando ogni aspetto. Lavoro, quindi, che raccoglie gli applausi del pubblico presente e che regala, oltre che la pungente riflessione di Sciascia, anche una azzeccata satira sulla nostra realtà dove ogni cosa passa e si deforma sotto l’occhio indiscreto dei media che seguono sempre di più i gusti e la corrente preferita dal pubblico.
La morte di Stalin
tratto da “Gli zii di Sicilia” di Leonardo Sciascia
Trasposizione e regia Ninni Bruschetta
con Luca Iacono, Alessandro Romano, Antonio Alveario, Manuela Ventura, Lydia Giordano
Scene e costumi Riccardo Cappello
Luci Gaetano la Mela
Contributo video Francesco Bruschetta
Produzione Teatro Stabile di Catania
Palazzo della Cultura di Catania – 9-12 Luglio 2024
Foto Antonio Parrinello