“Don Giovanni è un lavoro senza macchia, di ininterrotta perfezione”: si deve a Gounod il folgorante giudizio che Kierkegaard avrebbe a sua volta adottato incondizionatamente, fino ad identificare nella partitura mozartiana – e nella musica tout court – il vertice assoluto della propria visione estetica. “Senza macchia” è anche la secolare fortuna di questa pietra miliare del melodramma. La sua “ininterrotta perfezione” rivivrà ancora una volta nella produzione in scena dal 7 al 15 marzo al Teatro Massimo Bellini, secondo titolo della Stagione di opere e balletti 2025, aperta trionfalmente dalla Norma di Bellini e premiata da un numero record di abbonamenti.
Il celeberrimo dramma giocoso in due atti, composto dal Salisburghese sul libretto del veneto Lorenzo Da Ponte, sarà rappresentato nel superbo allestimento firmato nel 2008 da due eccellenze italiane, lo scenografo Ezio Frigerio e la costumista Franca Squarciapino, per cinquant’anni coppia nel lavoro e nella vita. Un lungo percorso che vede la Squarciapino ancora attiva nei maggiori teatri del mondo e – al tempo stesso – vigile custode della memoria del marito, scomparso nel 2022.
Sempre in occasione della prima del 7 marzo, la pluripremiata artista – di origini trapanesi da parte paterna – salirà sul palcoscenico per ricevere il Premio Teatro Massimo Bellini: un omaggio alla sua straordinaria carriera, culminata nel 1991 con l’Oscar per il design dei costumi del film Cyrano, diretto da Jean-Paul Rappeneau, protagonista Gerard Depardieu.
Come sottolinea il sovrintendente Giovanni Cultrera di Montesano: “Siamo onorati di rendere omaggio alla grande costumista Franca Squarciapino, colonna dello spettacolo italiano, premiandola per i suoi alti meriti artistici. Allo stesso modo, fedeli al culto della memoria ma proiettati nel futuro, siamo lieti di fare dono agli spettatori del libro Catania, il suo teatro e il miracolo Callas, realizzato in sinergia con Sanfilippo Editore. Particolarmente significativo è rievocare in un volume le performance etnee della grandissima belcantista, che trovava in Bellini il compositore di elezione. Sì, l’autore di Norma con cui anche il Massimo catanese s’identifica”.
La ripresa di questo Don Giovanni vanta un cast internazionale e vede sul podio il ritorno di Beatrice Venezi, già applaudita lo scorso per la direzione delle Nozze di Figaro. La regia di Davide Garattini Raimondi esplora la trasposizione temporale che sposta azione e ambientazione dal Settecento libertino agli anni Trenta del Secolo Breve.
Sul palcoscenico una compagnia di canto in cui spicca la presenza di un protagonista della scena mondiale come Markus Werba, tra i maggiori interpreti del ruolo del Burlador di Siviglia, e due primedonne siciliane, Desirée Rancatore e Josè Maria Lo Monaco. Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Massimo Bellini; maestro del coro Luigi Petrozziello, maestro al cembalo Francesco Massimi, luci Antonio Alario.
Nel doppio cast si alterneranno i baritoni Markus Werba e Christian Federici (Don Giovanni); i soprani Desirée Rancatore ed Elisa Verzier (Donna Anna); i tenori Valerio Borgioni e Matteo Falcier (Don Ottavio); i mezzosoprani Josè Maria Lo Monaco e Evgeniya Vukkert (Donna Elvira); i bassi Christian Senn e Salvatore Salvaggio (Leporello); i baritoni Alberto Petricca e Shi Zong (Masetto); i mezzosoprani Albane Carrere e Cristin Arsenova (Zerlina); i bassi Andrea Comelli e Luca Park (il Commendatore).
Questa la nutrita compagnia di Don Giovanni, secondo capolavoro della celebre trilogia composta con il librettista Lorenzo Da Ponte, aperta da Le nozze di Figaro e chiusa da Così fan tutte. L’opera fu rappresentata a Praga il 29 ottobre 1787, su commissione dell’impresario del Nationaltheater, galvanizzato dal successo riscosso nella città boema dalle Nozze. E la nuova opera fu accolta con grande entusiasmo, rinnovando così l’affetto del pubblico praghese nei suoi confronti. Si trattava di un tema già esplorato in passato da autori come Tirso de Molina, Molière e Goldoni, che però stava ritornando alla configurazione originaria di intrattenimento popolare. Mozart si distacca nettamente da quella dimensione e insieme al librettista Da Ponte trasforma un racconto legato alla tradizione in una creazione che sfida le convenzioni del tempo, dando vita a una nuova visione drammatica, più profonda e complessa. Il soggetto acquista una dimensione tragico-simbolica che si fonde con il carattere comico e giocoso tipico del Settecento. L’opera di Mozart e Da Ponte elimina anzi le nette distinzioni tra i generi che erano state codificate dal classicismo razionalista e anticipa temi che diventeranno centrali nel romanticismo, come l’ironia tragica e il senso del grottesco, riflettendo anche una visione esistenziale in senso lato, segnata dall’ambiguità e dalla contraddizione.
L’ oscillazione tra il serio e il comico, non solo trasforma la figura di Don Giovanni in un simbolo di libertà e di sfida alla moralità e alla convenzione sociale, ma pone anche l’accento sulla tragicità della sua fine, creando un’opera sfaccettata che rifiuta ogni classificazione semplice.
La produzione è condivisa dal Teatro Nazionale Georgiano di Tbilisi e dal Teatro de la Maestranza di Siviglia. Don Giovanni sarà in scena al Teatro Massimo Bellini per sette rappresentazioni: Venerdì 7 Marzo, ore 20.30 (Turno A), Sabato 8 Marzo, ore 17:30 (Turno R), Domenica 9 Marzo, ore 17:30 (Turno D), Martedì 11 Marzo ore 17:30 (Turno S1); Mercoledì 12 Marzo ore 20:30 (Turno B), Giovedì 13 Marzo alle ore 17:30 (Turno S2), Sabato 15 Marzo ore 17:30 (Turno C). Per maggiori informazioni teatromassimobellini.it